Imperia, il sindaco Scajola: «L’ex Sairo? Fosse per me andrebbe demolita»




L’area è nel degrado da anni, potrebbe ospitare la nuova caserma dei carabinieri
Imperia. «Non riconosco l’interpretazione che viene dalla dalla Soprintendenza della Sairo come elemento di archeologia industriale». Lo ha detto il sindaco Claudio Scajola a margine di una conferenza stampa.
«Si tratta di un’area – ha aggiunto il primo cittadino – assimilabile all’ex Italcementi che va valorizzata ma non ha caratteristiche di storicità tale da essere preservata».
Il ragionamento di Scajola si è spinto anche a una digressione storica: «La Sairo quando venne realizzata creò un grave danno ambientale e di immagine per Imperia perché bloccò lo sviluppo turistico con la trasformazione dell’allora albergo di lusso, il Grand Hotel Riviera Palace, diventato poi sede della Prefettura». «Fosse per me sarebbe da demolire», ha concluso l’ex ministro.
Nel 1912, appunto, venne inaugurata la prima raffineria d’Italia, la Sairo, Società Anonima Italiana Raffinazione Olii, ma lo stabilimento che sorge nei pressi della la piscina”Felice Cacione“, in una zona di pregio e di potenziale sviluppo turistico, è abbandonato da decenni, da quando l’attività è stata chiusa.
L’immobile era stato acquistato all’inizio degli anni Duemila da Imperia Sviluppo, cordata di imprenditori locali guidata dall’industriale dell’olio Gian Franco Carli per essere trasformato nell’Incubatore di imprese che non venne mai realizzato. Durante il mandato del sindaco Carlo Capacci avrebbe, in seguito a una variazione del Puc, diventare palestra e ostello, progetto, però, bocciato dalla Soprintendenza. I privati, quindi, hanno chiesto di poter ampliare la porzione destinata ad alloggi, abbandonando l’idea della palestra, richiesta non approvata dall’ufficio Urbanistica. Recentemente il vicesindaco Giusppe Fossati ha lanciato l’idea della realizzazione della nuova caserma dei carabinieri.