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Imperia, nuovo acquedotto del Roja il sindaco Scajola scrive a Toti: «Occorre fare presto»

23 giugno 2020 | 07:00
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Imperia, nuovo acquedotto del Roja il sindaco Scajola scrive a Toti: «Occorre fare presto»

Il commissario di Rivieracqua Gaia Checcucci ha bocciato l’offerta di Amat di realizzarlo in tempi brevi

Imperia. È corsa contro il tempo per realizzare il nuovo acquedotto del Roja. Le continue rotture dell’attuale condotta,  infatti, provocano non pochi problemi di approvvigionamento idrico nel capoluogo e soprattutto nel Golfo dianese.

La problematica, secondo il sindaco Claudio Scajola potrebbe essere risolta in tempi brevi realizzando il nuovo acquedotto sull’ex sedime ferroviario nel tratto da Borgo Prino a lungomare Vespucci e dalla Rabina a Diano Marina in concomitanza con i lavori della Ciclabile. A tal proposito c’è un’offerta di  realizzarlo da parte di Amat la società del Comune di Imperia partecipata dal colosso Iren, ma il commissario di Rivieracqua nominato dalla Regione Gaia Checcucci ha bocciato l’istanza.

Scajola, dunque, ha preso carta e penna e ha indirizzato una lettera al presidente della Regione Giovanni Toti che ha nominato la Checcucci commissario dell’Ato idrico. Per conoscenza è stato informato anche all’assessore all’Ambiente Giacomo Raul Giampedrone.

«Il 25 maggio scorso – scrive Scajolal’Amat pur nelle sue qualità di gestore cessato ha presentato un’istanza corredata dai necessari elaborati processuali per la tempestiva convocazione della conferenza si servizi deliberativa in tempo utile per poter dar corso all’esecuzione dell’intervento contestualmente ai lavori di realizzazione della pista ciclabile programmati per il secondo semestre dell’anno».

«Tuttavia il commissario nominato da Regione Liguria, anziché provvedere su quanto richiesto ha ritenuto di riscontare negativamente l’istanza, richiedendo una serie di integrazioni ai fini di una valutazione tecnica, pure estranea alle sue prerogative, per poi procedere all’aggiornamento del piano degli investimenti e, in ultimo, all’individuazione del soggetto cui demandare la responsabilità dell’intervento», prosegue l’ex ministro.

«In questo modo – conclude Scajolaè stato delineato un percorso autorizzativo che è del tutto incompatibile con la sollecita definizione del progetto e quindi pregiudica il raggiungimento dei vantaggi derivanti dall’esecuzione coordinata dai lavori, sia in termini di tempi che di costi. Peraltro ipotizzare, come ha fatto incidentalmente dal commissario che sia Rivieracqua a dover provvedere nelle sue qualità di gestore d’ambito non determina soltanto una posticipazione dell’intervento ma, stante la situazione di crisi della società, rischia di mettere a repentaglio la stessa possibilità della sua esecuzione. A tal proposito non si può fare a meno di rilevare, infatti, che l’eventuale coinvolgimento operativo e finanziario di Rivieracqua sarebbe, comunque subordinato alla preventiva omologa del piano concordatario, circostanza che allo stato appare tutt’altro che scontata per tutte le ragioni ben note alla Regione, la quale è stata costretta a commissariare l’Ente di Governo d’Ambito proprio per fronteggiare le gravi inadempienze del gestore»