Imperia, due anni di Scajola: Giacomo Raineri (Carige) replica a Guido Abbo
«I “ranghi” di cui ha parlato causticamente Abbo, non mi sono mai piaciuti né tantomeno il linguaggio militare al quale strizzano l’occhio»
Imperia. «Ho letto con attenzione quanto dichiarato dal consigliere Abbo in merito all’operato dell’amministrazione Scajola degli ultimi due anni. Non sarei entrato nel merito punto per punto di quanto viene criticato al lavoro del Sindaco in primis e di quanti collaborano con lui perché non ne ho titolo, ma, essendo stato una tra le persone che maggiormente hanno spinto l’onorevole Claudio Scajola a volersi fare carico dell’onere di rimettere in sesto questa città, la stoccata diretta nei miei confronti, nonché il rispetto per l’amministrazione, democraticamente eletta dalle persone, mi hanno spinto a replicare». A dichiararlo è il vicepresidente della Fondazione CarigeGiacomo Raineri che risponde a Guido Abbo (Imperia al Centro).
Aggiunge Raineri: «Partendo dal dato di fatto che l’attuale primo cittadino ha trovato a dargli il benvenuto, nel momento del suo insediamento, una città che versava in condizioni disastrose, partendo da un bilancio che minacciava il dissesto, passando per un evidentissimo degrado igienico e, conseguentemente, per un peggioramento netto delle condizioni di vita dei cittadini, fino ad arrivare ad un ritorno di immagine pessimo, all’insoddisfazione degli abitanti, alle defezioni dei turisti, alla mancanza di un’identità chiara che qualificasse Imperia e che potesse dar modo di viverla appieno e di valorizzarla quanto merita. Ovviamente l’opposizione ha come scopo principale quello di “opporsi”, è lapalissiano, ma le critiche dovrebbero tener conto del parere delle persone, che poi sono quelle che stabiliscono nelle pratica se si è fatto bene, male, abbastanza oppure no. C’è e ci sarà sempre chi resta scontento per una decisione presa, è inevitabile, ma affermare che il dialogo con la cittadinanza sia carente è mancare di onestà intellettuale».
«Venendo alla questione che mi tocca da vicino – sottolinea Raineri – Vorrei ricordare che le rimostranze portate avanti da me, da parte del Circolo Parasio, da molti residenti del centro storico, contro il prolungamento dell’orario di apertura della ZTL, erano dettate da una reale preoccupazione per un ipotetico peggioramento del quieto vivere del borgo, avendo alle spalle esperienze precedenti assolutamente disastrose, nonché da un giustificato timore nel vedere il nostro bel rione sommerso dalle auto più o meno civilmente. I “ranghi” di cui ha parlato causticamente Abbo, non mi sono mai piaciuti né tantomeno il linguaggio militare al quale strizzano l’occhio. “Age quod agis”, quello che fai fallo bene, dicevano i latini, ed ho sempre cercato di rispettare questo principio, anche e soprattutto per quanto riguardasse il Parasio per il quale ho speso tanto tempo e tante energie nel tentativo di rendere giustizia al suo enorme valore storico,geografico, turistico ed artistico. Non ho mai pronunciato alcuna parola contro il sindaco durante le discussioni per la ZTL (occasione in cui credo di aver dimostrato chiaramente quanto i ranghi mi stiano stretti). Neppure quando le nostre richieste non furono accolte, perché, il tempo avrebbe dato ragione ad una scelta o all’altra.Stando ai fatti non abbiamo riscontrato dei fastidi evidenti con un nuovo orario della ZTL, di conseguenza ho ed abbiamo deciso di accettare una situazione che poco ha variato quella precedente».
E ancora. «Non avrebbe avuto senso continuare una polemica basata sulla non esistenza di problematiche reali. Aggiungo, poi, che in 70 anni nessuna amministrazione ha stabilito incentivi ed importanti esenzioni fiscali per chi avesse intenzione di animare il Parasio con attività commerciali, artigianali ed affini come quella attuale. Nell’arco di un anno un ristorante ben avviato ed un accreditatissimo fotografo, che hanno scelto il Parasio come location per il loro lavoro, ne sono la dimostrazione e, mi auguro, rappresentino solo il LA iniziale per quanti vorranno imitarli. Probabilmente il consigliere è rimasto deluso da chi aveva iniziato in modo molto battagliero questa schermaglia per poi defilarsi strada facendo».
«Concludo dicendo – termina il vicepresidente della Fondazione Carige – Che citare Icaro e le sue ali bruciate è cosa trita e già sentita, nonché un po’ malaugurante. Io, che sono un ottimista nato e mi piace stare sul pezzo, citerò Sepulveda, da poco scomparso, purtroppo, ma certamente più propositivo ed incoraggiante, dicendo che “Vola solo chi osa farlo”».