Imperia, CNA: «Acconciatori ed estetiste hanno perso un terzo dell’attività»

19 giugno 2020 | 08:37
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Imperia, CNA: «Acconciatori ed estetiste hanno perso un terzo  dell’attività»

«Sei clienti in meno e due ore in più di lavoro ogni giorno per estetisti e acconciatori»

Imperia. Lavorano due ore di più al giorno e hanno sei clienti in meno: questa la giornata tipo di un acconciatore o di un estetista rispetto a prima che scattasse la chiusura forzata. A fotografare questa condizione un’indagine condotta dal Centro studi CNA in collaborazione con CNA Benessere e Sanità su un campione di titolari di centri di acconciatura e di estetica associati: un campione che ben rappresenta il settore a livello nazionale per dimensione, specializzazione, localizzazione.

La sintesi dell’indagine

1. Costi alle stelle, aumenti irrisori
Meno di un quarto delle imprese intervistate ha incrementato i prezzi e mediamente, appena dell’1,5%. Un’inezia rispetto ai costi che saloni e centri estetici hanno dovuto sopportare già in queste prime settimane di lavoro, considerando, oltretutto, che sono state le prime attività a dover chiudere e le ultime a poter riaprire. Dall’analisi emerge infatti che acconciatori e estetisti hanno riversato sulle spalle dei clienti solo in modo molto contenuto gli oneri sostenute per le spese straordinarie.

I costi in più da sopportare non sono solo quelli per igiene e sicurezza. La doccia fredda è stata veder aumentare anche il prezzo di prodotti standard, quali shampoo e smalti. Quasi un’impresa su due (44%) lamenta tali aumenti. Sette acconciatori ed estetisti su dieci dichiarano, però, che la spesa è cresciuta non oltre il 5% nel periodo di chiusura forzata. Ben più pesante il conto dei dispositivi di protezione individuale (dpi) – mascherine, guanti, camici monouso e così via – denunciato dall’84,6% delle imprese intervistate. Con rincari superiori al 10% rilevati da un’impresa su due.

2. La scure del lockdown
Rispetto al periodo precedente il lockdown, il calo delle attività incide per un terzo sul totale. Eppure estetisti e acconciatori non sono rimasti a guardare, ma hanno aumentato di oltre un quarto le ore lavorate: oggi circa due in più rispetto a prima che scattasse la chiusura forzata. Serve soprattutto più tempo per gestire un singolo cliente, per informarlo sulle norme da rispettare all’interno dei locali, per prepararlo con i necessari dispositivi di protezione individuale, per compilare l’elenco presenze. Se prima nei centri estetici e nei saloni entravano mediamente 18 clienti ogni giorno, oggi ne entrano sei in meno. Nonostante quasi sei titolari di centri di acconciatura e di estetica su dieci (57%) dichiarino di aver allungato gli orari e adottato turnazioni, non riescono a gestire quotidianamente più di dodici clienti.

3. Tra adeguamenti e sanificazioni
L’adeguamento dei locali è stato necessario per il 70% delle imprese. Di queste, per il 47% è costato nell’ordine dei 500 euro, per il 34% tra i 500 e i mille euro. Complessivamente, le spese per la messa in sicurezza dei locali, per la igienizzazione degli stessi e per i dispositivi di protezione individuale hanno prodotto un aggravio dei costi mensili calcolato intorno al 30%. Quasi il 90% delle imprese, però, continua a offrire gratuitamente alla clientela mascherine e guanti.

«La CNA si è posta sin da subito al fianco delle imprese associate del settore» – dichiara Luciano Vazzano, segretario territoriale CNA della provincia di Imperia – «un impegno costante che continua
oggi ancor di più, in una fase così delicata di ripresa, cui si uniscono condizioni finanziarie affaticate». «Tanti i sacrifici per non deludere i clienti», continua Vazzano.

«A fronte dei timori affrontati fin dall’inizio dell’emergenza con le chiusure, le nostre imprese hanno messo al primo posto il rapporto di fiducia con i clienti, mostrando così un atteggiamento responsabile e rispettoso delle loro esigenze, mantenendo pressoché inalterati prezzi e facendosi in massima parte carico dell’incremento di costi e della riduzione della produttività» – afferma.