Viaggio nel centro di Sanremo dopo una settimana di Fase 2. Ripartenza lenta, dove sono le casse integrazioni?

9 maggio 2020 | 12:36
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Tanti i titolari dei pubblici esercizi preoccupati per i loro dipendenti

Sanremo. A una settimana dalla fine del lockdown totale, le attività della Città dei Fiori iniziano lentamente a tornare a regime. Da quanto è emerso dalle nostre interviste realizzate stamattina, se per i gestori di bar e ristoranti la ripartenza è lenta, per i loro dipendenti, al momento, è ferma: in quello che sembra un limbo di inattività non retribuita. Si, perché le famose casse integrazioni in deroga, a fronte delle domande presentate, nella stragrande maggioranza dei casi non sembrano essere ancora state pagate.

Passando dal lato del comportamento della clientela, questa pare peccare un po’ di autodisciplina, tra molti che ordinano senza indossare la mascherina e certi (non pochi) che sembrano bramare l’assembramento (ora vietato) come forma di protesta contro non si sa bene chi o che cosa. In detti casi, neanche troppo rari, è spesso compito degli esercenti mantenere la normalità, invitando i clienti ad allontanarsi dal locale, fuori dal quale non si può stazionare nemmeno per consumare un caffè.

Chi non ha mai smesso di lavorare sono i tassisti, anche se quest’ultimi lamentano un calo di clientela pari quasi all’ottanta percento. C’è poi chi, cambiando tipologia di esercizio pubblico e spostandosi nelle panetterie, non ha aumentato il costo del prodotto a fronte di un rincaro della materia prima. Ovvero: nonostante ora la farina sia aumentata, il prezzo del pane non è aumentato perché: «Non ci sembra questo il momento giusto per chiedere più soldi a chi non ne ha», spiega la titolare dello storico forno Barbruni di via Gaudio.