Rivieracqua, Liguria Popolare difende l’acqua pubblica e pone quesiti per fare chiarezza su vicenda complessa
Prima firmataria e proponente del Consiglio Tematico su Rivieracqua
Sanremo. «L’Amaie S.p.A. è in procinto di liberarsi della componente relativa al settore idrico per un valore di circa 14,5 ml di euro. Infatti apprendiamo che il Comune, tramite l’affitto del ramo d’azienda, abbia iniziato il percorso che porterà alla cessione definitiva verso Rivieracqua de ramo idrico.
In Amaie S.p.A. rimarrà il settore elettrico per un valore pari a circa 11,5 ml di euro e chi chiediamo se questo sia sostenibile nel futuro. L’Amaie Energia si struttura come una multi-utility anche se mischia i rifiuti con la pista ciclabile, la darsena di Taggia e qualche spiaggia. Non pensiamo sia la società multiservizi che dovrebbe nel caso centralizzare appunto i servizi essenziali della città: ambiente, idrico ed elettrico. La cessione del ramo idrico sarebbe dovuta avvenire già da qualche anno e le complesse vicende che hanno investito Rivieracqua hanno rinviato l’atto creando non poche perplessità» – fa sapere Liguria Popolare.
Liguria Popolare pone delle domande e apre a delle riflessioni in Consiglio Comunale cercando di approfondire alcuni punti: «Il fiume Roya tra sorgente e pozzi produce 24 milioni di metri cubi di acqua. 12,5milioni di metri cubi sono per uso Amaie mentre 11,5 milioni vanno ad Amat, di cui 6 milioni rivenduti a Rivieracqua. Ma andiamo per ordine. Le concessioni di emungimento sono in capo ad Amaie e vari comuni. L’Amaie capta l’acqua, la solleva, la potabilizza, la trasporta da Ventimiglia a Capo Verde (un pezzo del tubo c.d. Roya Bis è parzialmente di Amat). A Capo Verde Amaie vende ad Amat l’acqua a 0,15 cent a metro cubo (le marginalità per Amaie sono esigue). L’Amat, attraverso il Roya 1 (che dovrebbe essere trasferito a Rivieracqua ma è ancora del Comune di Imperia) trasporta l’acqua a Levante rivendendola a Rivieracqua al prezzo di 0,56 cent metro cubo. Quindi circa 0,40 cent a metro cubo rimangono nelle casse di Amat per un equivalente di 2,4ml di euro all’anno (6ml di metri cubi per 0,40 cent). Teniamo presente che nella nostra piccola provincia di Imperia, come Rivieracqua, ci sono 22 articolazioni tariffarie e se ci aggiungiamo anche quelle applicate da Amaie, Amat, Rete2Gas, Aiga ed Acquedotto di Bordighera arriviamo a 30 tariffe diverse tra loro».
Liguria Popolare solleva la questione dello stato di salute del Roya 1 oggi dismesso (tubo che collega Porto Vecchio a Capo Verde) e richiama l’attenzione sul fatto che «se non avessimo rivenduto l’acqua ad Amat ad un prezzo calmierato andandoci a pari (forse) avremmo potuto tenere il plusvalore che in 3 anni sommava a 7 ml di euro e quindi fare un intervento risolutivo per questa tubazione. Anche perché le condizioni precarie del Roya Bis sono evidenti e pare che un valore molto alto sia dentro la cessione di Amat».
Liguria Popolare apre per ultimo una riflessione sul valore di Amat per il conferimento in Rivieracqua: «23 ml di euro basati su una perizia datata. La sede di Imperia, con il suo valore pari a 2,7 ml di euro, potrebbe anche non essere conferita perché la sede legale di Rivieracqua dovrebbe rimanere a Sanremo presso l’attuale sede di Amaie. Il tubo del c.d. Roya Bis è di proprietà dei Comuni e lo vediamo contabilizzato per intero nei libri contabili di Amat e con un valore che pare troppo elevato rispetto allo stato di salute reale. Ci sono 7 milioni di euro di mutui residui che non si capisce se siano inclusi nella valutazione e dovrebbe andare a detrazione del valore».
Liguria Popolare invita l’amministrazione Comunale di rivedere in modo sostanziale la perizia di Amat applicando un metodo di valutazione di mercato, difendere la sede Legale di Rivieracqua su Sanremo e di valutare in modo appropriato la possibilità di gestire direttamente la società senza includere il socio privato: «Ragionare su una tariffa unica d’ambito che includa l’ammortamento degli investimenti, la componente manutentiva e la gestione. Il Comune di Sanremo deve tutelare in ultimo tutti i creditori e ragionare in prospettiva per creare un indotto importante che dia benessere al territorio e Rivieracqua torni ad essere la società territoriale dell’imperiese. Di tutti i cittadini e di tutti i territori, senza distinguo».