Imperia, fine del lockdown e riaperture: ristoratori dubbiosi, baristi già pronti

12 maggio 2020 | 16:49
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Enrico Calvi Fipe Confcommercio: «Non possiamo pensare che in due giorni una azienda possa mettersi in regola»

Imperia. Viaggio tra i locali del capoluogo a poco meno di una settimana della prevista riapertura. Scetticismo, dubbi e forti critiche alla classe politica sono espresse da parte del presidente provinciale di Fipe ConfcommercioEnrico Calvi. Maggiori speranze gestori arrivano dai gestori dei bar che sembrano  più propensi a ricevere i clienti diversamente dai titolari dei ristoranti

Enrico Calvi, presidente Fipe Confcommercio e titolare del Ristorante “I Cacciatori” nel centro di Oneglia: «Allo stato attuale nonostante i proclami non abbiamo ancora ricevuto una direttiva chiara e ufficiale e questo è scandaloso. Apprendiamo tutti i giorni dai mezzi di informazione quello che dovrebbe riguardarci. Sarebbe ridicolo se non fossimo davanti a una situazione drammatica che vedrà purtroppo la chiusura di tantissimi esercizi commerciali da qua alla fine dell’anno. Riceviamo informazioni che dovremmo riaprire il 18 maggio. Il decreto di aprile non è ancora stato emesso, dovrebbe uscire oggi o domani, le norme che indicheranno a tutti i colleghi cosa dovranno fare, sanificazioni, distanze e quant’altro, probabilmente usciranno venerdì. Siamo una repubblica delle banane, non possiamo pensare che in due giorni una azienda possa trovare i materiali disponibili. Fono a ieri ricevevamo telefonate di colleghi che non riuscivano più a trovare i guanti di lattice».

«Siamo in attesa delle casse integrazioni, i nostri dipendenti devono ancora prendere quella di marzo, quella di aprile arriverà forse sotto l’albero. I famosi aiuti alle aziende che prevedono la possibilità di indebitarci anche quelli non sono arrivati. In queste condizioni se i contagi dovessero ripartire in una situazione di confusione come questa sarebbe la fine del Sistema paese e dei nostri locali. L’ossatura della parte economica della nostra Regione è data dal turismo. Noi siamo parte fondamentale di questa filiera, non possiamo pensare ci possa essere un tracollo del nostro comparto. E’ inammissibile, ridicolo e scandaloso che ci sia una classe politica che ci da informazione un giorno per l’altro».

Simone Motzo (Ristorante La Ruota alla Foce)Aspettiamo che ci sia un regolamento preciso e poi a seconda delle regole si deciderà di aprire o meno. Con ristoranti così piccoli potremmo fare 6/8 coperti a meno di allargarci per tutto il borgo. Il delivery può essere una alternativa nel breve periodo. Sicuramente non è il futuro della ristorazione».

«Noi siamo pronti ci siamo già attrezzati da 3 settimane -dice Riccardo Fracchioni del Nono Cafè di via Cascione a Porto Maurizio. L’importante è che la gente non consumi davanti al locale.  Sarà difficile, comunque, garantire il distanziamento». «Gli spazi ci sono dobbiamo solo aspettare che ci dicono come. L’asporto ha funzionato, i clienti si sono comportati correttamente. L’unica cosa che ci può mancare sono i divisori di plexiglass ma ci siamo già organizzati con una soluzione alternativa. Abbiamo già provveduto all’igienizzazione», dice Mario Baglio di Barblu di via Berio a Oneglia.

Conclude Rosy Garibbo titolare del Bar Pepito di via Cascione a Porto Maurizio: «Siamo pronti a riaprire lunedì con tanta gioia, non vediamo l’ora di rivedere la gente che mi manca da morire, la nostra via per abbracciare tutti facendo tutto quello che è sarà prescritto dalla legge».