L'appello

Emergenza Covid-19, Attac Imperia sottopone ai sindaci delibera per superare la crisi dei bilanci comunali

Cinque punti su: Cassa Depositi e Prestiti, ricontrattazione mutui e patto di stabilità

Imperia. Anche nella nostra Provincia è cominciata una iniziativa di Attac Italia rivolta a sindaci, alle giunte comunali e a ogni consigliere comunale con l’invio di una proposta di deliberazione che affronti il problema della difficilissima situazione finanziaria degli enti locali, già messa a dura prova da decenni di politiche di austerità e ora resa ancor più drammatica dalle misure adottate per contrastare l’emergenza sanitaria, sociale ed economica, provocata dall’epidemia da Covid-19.

«Crediamo che i Comuni e le comunità territoriali di riferimento debbano far sentire alta la propria voce, perché la questione delle risorse venga affrontata con decisione, consentendo loro di esercitare a pieno titolo la propria storica funzione pubblica e sociale. Spiegano i promotori provinciali.

L’emergenza sanitaria, economica e climatica che stiamo attraversando ha messo a nudo la necessità che si possa superare questa fase solo uscendo dall’attuale paradigma che mette il mercato prima delle persone, l’estrazione delle risorse prima della tutela ambientale, la privatizzazione dei beni comuni prima dei diritti fondamentali e le politiche debitorie e di austerità prima delle politiche sociali.

Se non vogliamo che tutto torni come prima – continuano da Attac Imperia – per non ripetere le scelte economiche ed ambientali che hanno prodotto le attuali crisi, anche quella epidemiologica e costruire un’altra società, occorre ripartire dalle comunità territoriali e ripensare a una economia di cura, rivolta alla persona e per sostenere le fasce sociali deboli e i senza reddito, ma anche all’ambiente, al territorio e alle aree urbane”.

In sintesi la proposta chiede:

  1. a) la sospensione del patto di stabilità interno e del pareggio di bilancio per i Comuni, analogamente a quanto fatto dall’Ue per gli Stati;
  2. b) l’approvazione del decreto attuativo dell’art. 39 del DL 162/2019, convertito nella Legge n. 8/2020 , che prevede l’accollo allo Stato dei mutui in essere con Cassa Depositi e Prestiti, al fine di ridurne drasticamente i tassi di interesse;
  3. c) di opporsi alla proposta di rinegoziazione dei mutui fatta da Cdp (si tratta di un semplice procrastinamento nel tempo del pagamento, con relativo aumento degli interessi) e di rivendicare per il biennio 2020-2021 mutui a tasso zero per gli investimenti dei Comuni;
  4. d) di annullare tutti i debiti dovuti a derivati;
  5. e) l’apertura del Fondo nazionale di solidarietà per i Comuni – sulla base dell’attuale Fondo di solidarietà comunale- per garantire a tutti i Comuni le risorse necessarie per l’emergenza economica e il riavvio delle comunità locali.

Spiegano i sostenitori dell’iniziativa aperta a livello nazionale: «La necessità di un’azione immediata deriva da due scadenze che coinvolgono da subito gli enti locali. La prima è la proposta di rinegoziazione dei mutui messa in campo da Cassa Depositi e Prestiti, che diverrà operativa dal 6 al 27 maggio.  

La seconda scadenza è la data del 31 luglio, termine entro il quale tutti i Comuni dovranno procedere al riassestamento di bilancio, che, nell’attuale emergenza, significa riscrivere tutti i bilanci da capo.

 L’iniziativa si colloca nella campagna di Attac Italia “Riprendiamoci il Comune” già avviata da anni, per creare connessioni e affidare significato alla doppia accezione del termine, dare senso compiuto alla sovranità di una comunità di cittadine/i sulle politiche sociali del Comune e per sottrarre ai mercati la gestione delle ricchezze collettive, quali beni comuni fondamentali. 

Nello stesso tempo compie un percorso insieme alla Rete delle Città in Comune, un insieme di amministratrici e amministratori di Comuni e Regioni che hanno costruito un processo nuovo, per riaffermare il primato della persona sulla finanza.

Ci auguriamo – concludono gli “Attacchini” – che la proposta non cada nel vuoto e possa essere uno stimolo all’apertura di una riflessione complessiva sullo stato di indebitamento a cui le politiche di austerità, le banche e la Cassa Depositi e Prestiti hanno costretto Regioni, Province e Comuni».