Da Ventimiglia a Sanremo, negozianti aprono attività per protesta: «Abbiamo diritto e dovere di lavorare»
Il flash mob alle 18, ciascun esercente davanti al proprio negozio per evitare assembramenti
Sanremo. «Soldi non ce ne date, almeno ridateci il lavoro»; «Il lavoro è il mezzo migliore per vivere in modo dignitoso. Se ce lo negate, ve ne fregate»; «Fondo perduto per ripartire». E ancora: «Art. 4 della Costituzione: diritto e dovere di lavorare». Sono decine i titolari di partita Iva che hanno “aperto” il proprio salone di bellezza, bar, negozio di abbigliamento e calzature in segno di protesta contro la mancanza di aiuti da parte del governo centrale e l’impossibilità di riaprire le proprie attività.
Chi con un cartellone, chi semplicemente fermo davanti alla porta del proprio negozio, gli esercenti hanno preso parte a un flash mob a distanza di sicurezza. Ciascuno di loro, infatti, è rimasto sul marciapiede davanti al proprio locale, per evitare assembramenti vietati dal dpcm del premier Conte.
«Conte: se non conosci l’art.4 della Costituzione leggilo – è scritto nero su bianco sulla vetrata di un bar di via Roma, a Ventimiglia – Noi, piccole imprese, stiamo morendo, seguiranno i vostri stipendi, pensioni, etc. Vergogna».
Tra le richieste degli imprenditori finanziamenti a fondo perduto, esame sierologico gratuito per tutti i dipendenti, proroga della cassa integrazione, annullamento delle tasse, annullamento delle commissioni pos.