Coronavirus, per il vescovo Borghetti sì alle funzioni all’aperto. E ai parroci: «Basta con le messe in streaming»

12 maggio 2020 | 11:17
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Coronavirus, per il vescovo Borghetti sì alle funzioni all’aperto. E ai parroci: «Basta con le messe in streaming»

Volontari disciplineranno gli ingressi e le uscite dei fedeli

Imperia. A partire dal 18 maggio riprendono Celebrazioni eucaristiche. Anche le chiese della Diocesi di Albenga e Imperia si stanno preparando  alla Fase 2: vietati assembramenti, accessi contingentati, mascherine, gel per i fedeli, distanza minima di sicurezza (almeno un metro laterale e frontale), acquasantiere svuotate.  Il vescovo Guglielmo Borghetti, attraverso una lettera ai parroci ha voluto integrare il Protocolli della Cei.

«Nell’invitare calorosamente tutti i fedeli a tornare a partecipare alla liturgia, si ricordi anche che, come sempre, quanti per motivi di età o di salute sono dispensati dal precetto festivo potranno continuare a seguire le celebrazioni attraverso i mezzi di comunicazione, privilegiando i normali canali televisivi. Penso sia il momento di considerare concluso il ricorso alle celebrazioni in modalità streaming», scrive il vescovo Guglielmo.

«Inoltre sottolineo -prosegue il Vescovo –  che non ritengo utile in Diocesi l’incremento del numero delle celebrazioni eucaristiche e lo scoraggio vigorosamente. Ribadisco l’importanza di considerare le nostre chiese i luoghi propri per la celebrazione liturgica. Per le liturgie domenicali, potrà essere valutata, se veramente necessario, la possibilità di utilizzare altri ambienti parrocchiali più vasti, oppure di individuare, in accordo con le autorità civili, spazi, anche all’aperto, in cui poter svolgere le celebrazioni in forma dignitosa».

«Sono consapevole – sottolinea monsignor Borghetti –  che per molte comunità parrocchiali possa essere difficile l’individuazione di volontari e collaboratori per disciplinare gli ingressi e l’uscita dei fedeli, ma mi sento di incoraggiarlo con forza; è una bella occasione per alimentare la collaborazione e visibilizzare lo spirito di accoglienza. La cura del manifesto da apporre all’ingresso della Chiesa è indispensabile, ma non sufficiente».