Case di riposo dell’entroterra: cala l’allarme ma l’attenzione rimane sempre alta

22 maggio 2020 | 09:14
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Case di riposo dell’entroterra: cala l’allarme ma l’attenzione rimane sempre alta

Il pesante tributo al virus alla “Agnesi” di Pontedassio e alla “Orengo-De Mora” di Borgomaro

Imperia. Per le Case di riposo e le Rsa dell’entroterra i mesi dell’emergenza sanitaria sono stati particolarmente duri. Il Covid-19 si  è insinuato nelle corsie aggredendo anziani e personale, non adeguatamente preparato, almeno all’inizio, a  fronteggiare la pandemia di tali proporzioni, quantomeno per mancanza di protocollo da seguire e  dispositivi di protezione che sono arrivati in alcuni casi molto tardi. Ma non solo, la promiscuità iniziale ha favorito il contagio di persone già fragili. Solo successivamente all’esplosione del virus si sono creati i cosiddetti reparti protetti. Ad ammalarsi, infatti, sono stati anche medici,infermieri, dirigenti e impiegati delle strutture.

I focolai più aggressivi si sono concentrati i due strutture la “Orengo-De Mora” di Borgomaro e all’ “Agnesi” di Pontedassio. La situazione si sta lentamente normalizzando mentre  sono in corso i tamponi su degenti, medici e personale. Il bilancio alla “Orengo -De Mora” nei due mesi “caldi” è di 33 morti, anche se solo a una parte è stato effettuato il tampone. Attualmente, dopo che una parte di pazienti è stata trasferita, sono rimasti in struttura 46 degenti. Circa la metà risulta ancora positiva, anche se solo in un paio di casi si sono palesati i sintomi ma le condizioni di salute dei malati sono date in miglioramento. Per aiutare il personale in corsia si è reso necessario l’innesto  da parte di due infermieri della Marina militare ancora attualmente in servizio.

«Stiamo uscendo dal tunnel -dice Vanni Colombo,  direttore della Casa di riposo  “Agnesi” di PontedassioAbbiamo ancora qualche caso di lieve positività ma coi prossimi tamponi gli ospiti interessati dovrebbero essere guariti. I decessi? Ne abbiamo registrati 18, ma conclamati col tampone solo tre».