Spiagge libere, rischio focolai quando si ripartirà: problema particolarmente sentito a Imperia

Per l’assessore Gandolfo nel capoluogo non è praticabile la proposta dell’accesso dai bagni privati allo studio a Savona
Imperia. Tra le tante incognite che incombono sulla stagione balneare c’è quella della gestione delle spiagge libere. Nel capoluogo il problema è particolarmente sentito: essendo il litorale occupato dagli stabilimenti privati, per i quali si iniziano a intravvedere ipotesi di organizzazione degli accessi del pubblico in sicurezza, in percentuale fortemente minore rispetto ai tratti di arenile senza bagnino, c’è la preoccupazione che le spiagge libere possano trasformarsi in potenziali bombe epidemiologiche.
«Vero che Imperia è la località con più spiagge libere – conferma l’assessore Laura Gandolfo – attendiamo che Governo e Regione traggano le dovute conclusioni, poi ci adegueremo. Prima però dobbiamo uscire da questo tunnel in fondo al quale si comincia a intravedere un po’ di luce».
Se è alla Marina di Porto Maurizio che si concentra il maggior numero di stabilimenti privati, Oneglia, il Parco Urbano ma anche il Prino e le porzioni “libere” delle spiagge comunali attrezzate rappresentano, infatti, una bella fetta di litorale molto frequentato.
A Savona c’è la disponibilità dei gestori delle spiagge a pagamento di mettere a disposizione il proprio personale di sorveglianza, previo, magari, un finanziamento regionale per coprire almeno parte dei costi. Lei pensa assessore che sia una soluzione applicabile anche a Imperia? «La conformazione dell’arenile savonese è diversa da quella imperiese, c’è più alternanza rispetto a stabilimenti privati e pubblici. Si dovrà trovare una soluzione che parta dal buon senso», risponde Laura Gandolfo.
Un’altra delle ipotesi allo studio è quella di un decalogo sulle distanze, sul corretto comportamento sul quale dovranno controllare Vigili urbani e Guardia Costiera