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Coronavirus, Pastorino (Linea Condivisa): «La strategia dei tamponi è ancora tutta da chiarire»

9 aprile 2020 | 14:44
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Coronavirus, Pastorino (Linea Condivisa): «La strategia dei tamponi è ancora tutta da chiarire»

«Presentati a Toti e Viale 6 quesiti tecnici; servono dati certi anche su pazienti sospetti e sul numero effettivo dei decessi»

Genova. «Dieci giorni fa Toti e Viale hanno annunciato un cambio di strategia: 1500 tamponi giornalieri per contrastare la diffusione del coronavirus. Ma i punti cardine di questa strategia restano ancora tutti da chiarire». Lo dichiara il capogruppo di Linea CondivisaGianni Pastorino che quest’oggi, in qualità di vicepresidente della commissione regionale sanità, ha scritto al presidente Toti e Viale per chiedere delucidazioni tecniche.

«6 i punti su cui attendiamo risposte. In sintesi: quanti sono i laboratori accreditati per la lettura dei tamponi? Quanti i terreni di coltura prodotti giornalmente? Quanti dei tamponi finora eseguiti sono sati effettuati fuori dagli ospedali? Tempo medio dell’elaborazione dei referti? In che modo i dati vengono raccolti, aggregati e condivisi? Quanto tempo passa fra la segnalazione di un paziente e l’esecuzione del tampone? –spiega Pastorino -. Quesiti motivati, viste le tantissime segnalazioni che arrivano dai medici. Due gli scenari che preoccupano maggiormente: primo, quello dei pazienti fortemente sospetti che ancora non sono stati presi in carico dai Dipartimenti di Igiene territoriali. Dobbiamo assicurarci che queste persone siano dichiarate non positive al virus, in modo da poter rientrare in attività in tutta sicurezza, per loro e per il prossimo, una volta avviata la seconda fase dell’emergenza. L’altro scenario allarmante è quello delle RSA, dove i morti si contano a decine: molti di questi erano stati sottoposti a tampone, prima del decesso, ma i referti non sono mai stati consegnati. Tutto ciò rende i dati comunicati dalla regione molto relativi».

«Ormai è evidente la discrepanza tra il numero di morti ufficiali per Covid e il totale di decessi che la nostra regione sta registrando in queste settimane. La questione ci preoccupa: ci torneremo nei prossimi giorni. Vorremmo ottenere una statistica reale sull’andamento e sugli esiti dell’epidemia –conclude Pastorino – In ogni caso, ci auguriamo che stavolta il presidente Toti ci risponda, anziché fare spot in televisione come accaduto sulla questione mascherine. Perché ormai appare evidente, come annunciato da varie fonti giornalistiche, che le morti pongano interrogativi inquietanti. Checché ne dica A.Li.Sa., il tasso di mortalità per Covid in Liguria è più alto di quello dichiarato quotidianamente. C’è un problema di sicurezza e di diffusione puntuale delle informazioni, anche per tutelare i lavoratori dei servizi funebri, che ora si trovano a operare in condizioni di estrema incertezza circa la presenza o meno del contagio».

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