Casa di riposo Orengo – De Mora, il figlio di un ricoverato: «Nel 2020 morire cosi non è civile»

10 aprile 2020 | 11:36
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Casa di riposo Orengo – De Mora, il figlio di un ricoverato: «Nel 2020 morire cosi non è civile»

«Solo una telefonata dal medico dell’Asl che mi chiedeva se ero al corrente della positività di mio padre»

Borgomaro.  Il collega giornalista e alpinista Stefano Sciandra invia la sua testimonianza a proposito delle condizioni in cui versano gli ospiti della Casa di riposo “Orengo-De Mora” di Borgomaro, dove è ricoverato il padre Romano di 91 anni.

«In quella Casa di riposo -scrive Sciandra –  è ospite da poco più di un anno, anche mio padre Romano, 91enne che non vedo da due mesi e da 10 giorni nemmeno in video chiamata come accade per tantissime persone siano lombarde, venete, piemontesi, liguri o siciliane, che hanno i loro cari ricoverati nelle Rsa. Anche mio Padre è infetto e da 48 ore, stante la situazione drammatica in cui versa la struttura non riesco ad avere notizie. Il personale, cui va la mia totale solidarietà e il mio ringraziamento, è allo stremo, e da “malato” assiste gli ospiti malati».

«Quanto sta accadendo nella Casa di Riposo “Orengo-Demora” a Borgomaro, al pari di tutte le Rsa di questo Paese in ginocchio è la cartina tornasole della realtà Coronavirus.  In mattinata ho ricevuto una telefonata da un medico dell’Asl che mi chiedeva se ero informato in merito a un tampone a cui era stato sottoposto mio padre, fatto di cui non ero al corrente. La positività al virus l’avevo dedotta dalle scarne informazioni reperite presso la Casa di riposo circa la sintomatologia che presentava e lo stato febbrile manifestato negli ultimi giorni. Faccio presente che lo stesso medico dell’Asl, per altro molto cortese, effettua telefonate per adottare eventuali misure di quarantena per i familiari, essendo lo stesso sanitario all’oscuro di dove viva o si trovi il paziente refertato. Nel 2020 morire così non è civile, l’italia non è civile, la globalizzazione non è civile. Nessun paese oggi è grande, di grande ci sono le frottole che ci raccontano nelle conferenze stampe ad hoc per il “gregge”, nei numeri dei morti, stimati solo sui decessi in struttura ospedaliera e scremati di coloro lasciati morire a casa o nelle RSA. Ci raccontano dei cali nei ricoveri, certo perché gli anziani vengono lasciati al loro destino nelle residenze assistite nelle loro abitazioni. Basta dare un’occhiata ai dati ufficiali per constatare che al di fuori degli ospedali i conti in merito ai decessi non tornano. Io non faccio parte del coro dell'”Andrà tutto bene’, perché quando finirà, se finirà, se non mi ammalerò anch’io e se sopravviverò, nulla sarà come prima».

Stefano Sciandra