Sanremo, uccise il medico Giovanni Palumbo: Vincenzo Mercurio condannato a 30 anni

6 marzo 2020 | 14:04
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Avvocato Marco Bosio: «E’ stata fatta giustizia»

Imperia. Trent’anni di carcere e risarcimenti importanti alla famiglia e all’Ordine dei Medici, entrambi costituitesi parti civili. Si è concluso con una condanna «che ha fatto giustizia», come ha dichiarato l’avvocato Marco Bosio, il processo in primo grado (rito abbreviato) per omicidio volontario a Vincenzo Mercurio, 55 anni: l’ex commerciante ambulante che il 27 settembre 2018 ha massacrato a coltellate Giovanni Palumbo, 61 anni, nello studio del professionista in via Fratti a Sanremo. Un delitto che aveva sconvolto un’intera comunità per la sua efferatezza.

Il giudice Massimiliano Botti ha accolto le richieste del pubblico ministero Luca Scorza Azzarà, che al termine della sua requisitoria aveva chiesto una condanna a trent’anni di carcere, considerando le aggravanti della premeditazione e della crudeltà, entrambe accolte dal gup.

«E’ una sentenza che ha fatto giustizia – ha dichiarato Bosio, legale della famiglia Palumbo e dell’Ordine dei Medici -.Ho sempre sostenuto che il dottor Palumbo fosse un eroe: è caduto durante la propria attività professionale e a causa del suo rigore e del suo amore per la propria professione. E’ morto per questo». Il giudice ha stabilito un risarcimento di 800mila euro per ciascuno dei giovanissimi figli del medico legale, 500mila euro per la moglie e 30mila euro per l’Ordine dei Medici.

Il legale di Mercurio (attualmente detenuto), Enrico Nan, ha preannunciato che appellerà la sentenza: «Faremo un’impugnazione su tutti i punti – ha dichiarato l’avvocato lasciando l’aula -. Attendiamo le motivazioni della sentenza e poi vedremo. Mi pare, però, che sia tutto contestabile». La difesa chiederà che vengano riconosciute le attenuanti generiche al suo assistito che avrebbe agito «in stato emotivo e passionale in un momento di mancata lucidità».

Vincenzo Mercurio ha sempre incolpato il suo stato di quasi cecità a un errore medico. Una vicenda nella quale Palumbo era, secondo il killer, colpevole di una mancata perizia che gli avrebbe consentito di percepire un risarcimento pecuniario per presunti danni subiti. In preda alla rabbia, armato di coltello, Mercurio ha preso una corriera che da Ventimiglia lo ha portato a Sanremo. Qui ha raggiunto lo studio di Palumbo: quando quest’ultimo gli ha aperto la porta si è trovato davanti il suo assassino, arrestato poco dopo dai carabinieri con ancora i vestiti sporchi di sangue.