Emergenza coronavirus, intervista a 360° con il sindaco Biancheri: «Cambierà tutto, riscriveremo il programma elettorale»
L’appello del primo cittadino al governo: «Provvedimenti urgenti per trasporto pubblico locale, imprese e bilanci dei Comuni o come Paese ci spegneremo»
Sanremo. «Cambierà tutto, andranno riviste le priorità del Comune e come maggioranza dovremo, forse, riscrivere il programma elettorale». E’ questo il tenore delle dichiarazioni del sindaco Alberto Biancheri – ospite dello spazio inaugurato ieri con l’intervista al primo cittadino di Imperia Claudio Scajola – che in un lungo colloquio via Skype fa il punto per il lettori di Riviera24.it dell’emergenza coronavirus per quel che riguarda Palazzo Bellevue.
Come sta sindaco e come sta vivendo da amministratore pubblico e da imprenditore questa emergenza?
«E’ uno scenario che mai più avrei pensato di vedere. Come città stavamo uscendo da un periodo splendido, da un Festival dei record. Ci siamo sentiti qualche giorno fa con Amadeus per salutarci e ci siamo detti che momento incredibile, che capovolgimento della situazione. Come sindaci cerchiamo di dare il nostro contributo nonostante le grandi problematiche che ci attendono. Cerchiamo di dare conforto ai nostri concittadini, con azioni anche piccole ma concrete. Ciò che ci spaventa di più e non vedere una luce in fondo al tunnel».
A che punto è l’approvvigionamento di mascherine per le strutture pubbliche e private di Sanremo?
«Tramite l’associazione Cuore in Movimento siamo riusciti ad avere 90 mila mascherine, nonostante le difficoltà che si incontrano per trovarne di disponibili da comprare, neanche ad averle a gratis… Vorrei ringraziare loro come la protezione civile e la comunità cinese che ce ne hanno donate a migliaia».
Riviera Trasporti, Casinò, Turismo. Tanti asset strategici della città sono stati indirettamente colpiti dall’emergenza sanitaria che è diventata anche emergenza economica. Sanremo rischia di pagare un prezzo più alto delle altre città?
«E’ vero che il Comune di Sanremo ha avuto un ruolo importante in questi ultimi anni su alcune società che operano sul piano provinciale. Oggi la situazione è molto preoccupante, anche per quelli che sono i bilanci degli enti pubblici. Stiamo affrontando dei mancati incassi che non erano stati previsti. Per quanto riguarda il casinò, tutto il personale, in accordo con i sindacati, vedrà ricevere un integrazione dello stipendio per mezzo del fondo di integrazione salariale. La società incassava al mese circa 3 milioni e mezzo di euro e il Cda ci ha detto che si può andare avanti ancora un paio di due mesi, due mesi e mezzi, prima di andare in sofferenza. Se tutto dovesse rientrare nella normalità nel giro di questo periodo, non ci sarà un grande impatto sui conti del Comune. Molto più difficile, invece, il discorso Riviera Trasporti. La situazione è drammatica. Nei prossimi giorni abbiamo una riunione in videoconferenza con i vertici della società ma sappiamo che già ora essa perde 600 mila euro al mese. Non ha la forza di reggere un altro mese. Ci aspettiamo dei provvedimenti ad hoc dal governo e dalla Regione, perché i Comuni e le province non possono tamponare perdite di questo spessore. Tramite Anci abbiamo chiesto un fondo dedicato al trasporto pubblico locale».
C’è una categoria che più di altre ha urlato il suo dolore ed è una categoria che le appartiene: quella dei floricoltori. Campi colmi di fiori e vendite azzerate. Cosa possiamo fare come Comune per loro?
«Se ne è parlato poco ma è un settore in grossa difficoltà. Ci sono mancati guadagni che raggiungono il 100% del valore della produzione e parliamo di aziende che non possono sperare di riprendersi nei prossimi mesi, perché programmano la propria attività di anno in anno. Bisogna capire come poter interagire. Il reparto floricolo è stato colpito duramente: marzo e aprile sono due mesi fondamentali. Si fa quasi il 50% del fatturato. Cosa possiamo fare per loro e per tutta la filiera, dei commercianti, degli esportatori, delle cooperative? Stiamo cercando di capire cosa sarà previsto dal prossimo decreto del governo. Nel primo decreto “Cura Italia” non abbiamo visto granché. Nel nostro piccolo come Amaie Energia stiamo pensando di slittare in avanti i canoni di affitto dei magazzini del mercatodei fiori e valutiamo se tramite l’asta deposito si riescono a far nascere sinergie per anticipare del denaro fresco alle imprese. Ci stiamo lavorando con la nostra società e con l’assessore Lucia Artusi».
Più fortunati dei floricoltori, tra virgolette, sono stati i commercianti matuziani che dopo aver “sparato alto”, chiedendo l’annullamento di alcuni tributi comunali, hanno ottenuto, con soddisfazione, uno slittamento dei versamenti. Nel suo ultimo intervento ha parlato di fondo comunale per il rilancio a fine emergenza. Possiamo avere qualche dettaglio in più?
«Le polemiche che ci sono state le ho trovate un po’ stupide perché avevamo detto alle associazioni di categoria che avremmo dato delle risposte il prima possibile. Come ci stiamo lavorando per tutti, saremmo arrivati anche a loro e lo abbiamo fatto con lo spostamento al 31 ottobre delle scadenze dei tributi comunali. Diverso è l’aspetto rilancio, di cui è molto complesso parlarne visto che non sappiamo quando arriverà una fine. A livello turistico siamo pronti con risorse importanti per portare eventi significativi che contribuiscano a un rapido ritorno alla normalità».
Come giudica l’operato del premier Conte?
«Di indole cerco sempre gli aspetti positivi. Credo che il nostro governo, se lo confrontiamo ad altri, ne esce forse meglio. Il vero problema non sono le persone ma è la cassa. L’Italia è più debole finanziariamente rispetto ad altri Paesi. Adesso è il momento che l’Europa dimostri che tiene all’Italia e che si assuma questa responsabilità. Il governo, invece, si concentri sulle misure per l’economia. Chissenefrega della quarta autocertificazione: ci servono risposte per il lavoro».
Il suo secondo mandato è iniziato con diversi problemi importanti da risolvere. Le scuole Pascoli, Rivieracqua, l’innalzamento di alcune tariffe comunali per sostenere il bilancio. Un bilancio che appare essere sempre più difficile da chiudere. Pensa che dovrà rinunciare a qualcosa per sostenere la ripresa che tutti auspichiamo? Se si, cosa sacrificherebbe sul piatto? Per esempio il Palazzetto dello sport…
«Dal primo momento e soprattutto in questi ultimi 15 giorni stiamo affrontando questo tema. Salvaguardare il bilancio comunale sarà la priorità assoluta. Il discorso del Palazzetto lo sto affrontando, anch’io mi sto domandando se ne vale la pena in questo momento andare avanti? Non dico annullarlo, ma magari sospenderlo per qualche anno. Se ci fosse la possibiltà legale si può pensare di sospenderlo per una anno per ripartire nel 2021. Ma vorrei ricordare che i primi tre anni le rate del leasing saranno prese dai fondi Rai che sono fondi vincolati che non andrebbero a incidere così notevolmente sul bilancio. Ma al di là di questo, andrà fatta una riflessione su tutto. Ho detto alla mia maggioranza che ci dobbiamo preparare perché cambierà tutto. Forse dovremo riscrivere il nostro programma elettorale»,
Secondo lei quando e come usciremo dall’emergenza?
«Quando usciremo da questa emergenza? Dentro il mio cuore vorrei tanto poter dire dopo Pasqua. In questi giorni stiamo vivendo il momento più difficile. Purtroppo però il ritorno alla normalità è ancora molto distante. Andremo a mio avviso verso l’estate. Speriamo che prima di quel momento almeno il tessuto commerciale riprenda a vivere».
(Riascolta l’intervista integrale nel video di Riviera24.it)