Coronavirus, Toti: «Siamo un paese in guerra contro il virus, servono rigore e serietà»
«Consegnate le prime mascherine DPI»
Genova.«Siamo un paese in guerra contro il virus, dobbiamo comportarci con rigore e serietà. Nervi saldi, non abbiamo nulla da temere se non il nostro stesso panico che non ha alcun motivo di esserci perché siamo pronti ad affrontare l’emergenza. Dobbiamo tutti applicare le regole che sono state stabilite, rimanendo a casa e uscendo solo per fare spesa o svolgere attività essenziali e non rinviabili. Meno ci spostiamo e meglio è.
Allo stesso modo, bisogna essere seri in relazione ai propri compiti: se la propria presenza è indispensabile per attivare il sostegno necessario ai lavoratori, per le telecomunicazioni o per costruire pezzi della ricchezza nazionale che viene poi distribuita ai cittadini, dobbiamo mantenere le nostre posizioni, adottando tutte le precauzioni del caso». Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti che, insieme al sindaco di Genova e presidente di Anci Liguria Marco Bucci, ha fatto il punto sull’emergenza coronavirus al termine della riunione con i sindaci di Imperia, Savona e Spezia, con i presidenti delle Province e Anci per condividere e confrontarsi le misure varate ieri sera dal governo, con cui è prevista alle 15 una videoconferenza insieme agli altri governatori.
A seguito del decreto approvato ieri sera dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, «da oggi – ha aggiunto Toti – molte tipologie di esercizi commerciali rimarranno chiuse per alcune settimane mentre sono aperti tutti i negozi di generi di prima necessità, oppure, ad esempio, i negozi di tecnologia. Dove possibile attiveremo lo smart working, tenuto conto che ci sarà comunque molto lavoro per i nostri uffici regionali per garantire quegli aiuti, quel sostegno e le informazioni di cui i cittadini hanno bisogno. Il decreto prevede anche che il paese non fermi la sua produzione: questo ha il senso non solo di mantenere posti di lavoro ma anche di mantenere il paese accesso».
Per quanto riguarda il sistema sanitario regionale, «i nostri ospedali stanno lavorando a pieno ritmo e stiamo potenziando tutti i reparti di terapia intensiva, di malattie infettive: ci stiamo attrezzando per affrontare il picco dell’epidemia in modo che ogni ligure abbia le cure di cui ha bisogno. Questo comporta grandi sacrifici da parte di tutti coloro che lavorano nella nostra sanità e per questo voglio ringraziare chi è davvero in prima linea come i professionisti dei nostri Pronto soccorsi, delle rianimazioni, dei reparti più coinvolti, i volontari delle pubbliche assistenze e della Protezione civile. La buona notizia è che, dopo la grave carenza che si è verificata in tutta Europa e in tutta Italia, sono arrivati e stiamo distribuendo i primi dispositivi DPI, a partire da chi ne ha più bisogno per poi estendere la distribuzione».
« Tenendo presente – ha sottolineato Toti – che le mascherine non sono la panacea di tutti i mali e vanno utilizzate in modo adeguato da chi ne ha davvero bisogno. La cosa migliore è mantenere le distanze di sicurezza, non toccarsi il viso con le mani, non parlarsi addosso perché il virus si diffonde attraverso le goccioline di saliva. Questo serve molto più delle mascherine che tutti invocano» – ha concluso Toti.
Il sindaco di Genova e presidente di Anci Liguria Marco Bucci ha sottolineato che «la catena di comando in questa situazione di crisi è chiara: parte dal Governo, arriva al Presidente della Regione e si trasferisce ai sindaci che cercheranno di allineare le loro ordinanze alle disposizioni regionali e nazionali. Il momento non è facile e per questo è indispensabile la collaborazione di tutti i genovesi e i liguri per rispettare le indicazioni che ci sono state date. Stiamo in casa e, se dobbiamo uscire ad esempio per fare la spesa, rispettiamo le distanze di sicurezza, non solo per noi ma soprattutto per gli altri e per le prossime generazioni. Noi faremo il possibile per aiutarvi a rispettare le prescrizioni».
Bucci si è quindi rivolto alle categorie produttive: «Questo è un momento di rallentamento controllato dell’Italia, della Liguria e di tutte le nostre città. Questo è il momento di prepararci, di mettere a punto le strategie per quando l’emergenza sarà finita. Se sapremo attrezzarci, ne usciremo più forti di prima, lavorando insieme».