Coronavirus, scattato il coprifuoco: bar chiusi ma gli imperiesi rinunciano (volentieri) al rito dell’aperitivo

10 marzo 2020 | 19:58
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Coronavirus, scattato il coprifuoco: bar chiusi ma gli imperiesi rinunciano (volentieri) al rito dell’aperitivo
Coronavirus, scattato il coprifuoco: bar chiusi ma gli imperiesi rinunciano (volentieri) al rito dell’aperitivo
Coronavirus, scattato il coprifuoco: bar chiusi ma gli imperiesi rinunciano (volentieri) al rito dell’aperitivo
Coronavirus, scattato il coprifuoco: bar chiusi ma gli imperiesi rinunciano (volentieri) al rito dell’aperitivo
Coronavirus, scattato il coprifuoco: bar chiusi ma gli imperiesi rinunciano (volentieri) al rito dell’aperitivo

Serrata di parrucchieri ed estetisti, aperture a macchia di leopardo. Bellotti: «Presto decisione unitaria»

Imperia. Ore 18 scatta il coprifuoco, lo prevede il decreto del presidente del consiglio Giuseppe Conte: bar e pubblici esercizi devono abbassare le serrande mentre ristoranti e pizzerie che effettuano servizio di asporto su prenotazione telefonica)  possono rimanere aperti.

Sono gli effetti dell’estensione a tutto il Paese  della “zona rossa” decisa nella tarda serata di ieri. I locali storici e di tendenza imperiesi hanno, dunque, dovuto abbassare le serrande, senza che nessuno tra gestori e clienti, in realtà si sia lamentato. È avvenuto nel centro di Oneglia, in calata Cuneo dove ci sono anche molti ristoranti, in via Cascione a Porto Maurizio, alla Marina.

Per quanto riguarda le altre categorie, parrucchieri ed estetisti hanno deciso la serrata, aperture e chiusure ci saranno un po’ a macchia di leopardo in attesa di una decisione unitaria.

Spiega Alessandro Bellotti del Comitato InVia di Oneglia: «Stiamo ragionando su quale posizione assumere, ci sono colleghi che hanno già deciso di chiudere. Nelle prossime ore avremo le idee più chiare. Le catene non hanno ancora dato indicazioni di sorta. Tutti i colleghi sono d’accordo sul fatto che prima di tutto viene la salute. La chiusura implica anche valutazioni in materia di diritto del lavoro, si pensi, ad esempio, ai dipendenti che non hanno ancora maturato abbastanza ferie fino al 3 aprile. La distanza di sicurezza? Abbiamo tutti preso le precauzioni del caso, ma, per oggi in verità non ce ne sarebbe stato nemmeno bisogno, vista la poca gente che è entrata. Non è il momento per fare acquisti, a parte gli alimentari»