Coronavirus, l’appello del ciclista bordigotto Oliviero Troia ai giovani: «Ragazzi siate responsabili»

11 marzo 2020 | 11:33
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Coronavirus, l’appello del ciclista bordigotto Oliviero Troia ai giovani: «Ragazzi siate responsabili»

«E’ meglio fare ora 15 giorni di quarantena a casa per non diffondere questo virus che 15 giorni in ospedale attaccati a dei tubi per l’ossigeno o stando male da soli. Non sottovalutate la cosa, pensiamo soprattutto alle persone a noi più care»

Bordighera.Quattordici giorni bloccato in hotel. La permanenza, in via precauzionale, del bordigotto Oliviero Troia nella camera dell’albergoin cui alloggia negli Emirati Arabi Uniti, insieme al suo compagno di stanza Davide Formolo, che ha documentato, per passare il tempo, con video e storie sui social, potrebbe giungere alla fine. Oggi infatti il bordigotto farà l’ultimo tampone, se risulterà negativo potrà finalmente tornare a casa.

Intanto il giovane ciclista cerca di sensibilizzare, soprattutto i giovani, sul rispetto del decreto italiano per limitare la diffusione del contagio da coronavirus postando un video su Instagram in cui racconta la sua esperienza personale e lancia un appello: «Ciao ragazzi! Dopo tutto quello è successo in Italia, mi sento in dovere di condividere con voi questo messaggio: riflettiamo bene su quello che sta succedendo, non facciamo gli egoisti e pensiamo soprattutto alle persone a noi più care come genitori, fidanzate, nonni, suoceri e a quelle più fragili, perché loro potrebbero soffrire più di noi!

Ragazzi siate responsabili, è meglio fare ora 15 giorni di quarantena a casa per non diffondere questo virus che 15 giorni in ospedale attaccati a dei tubi per l’ossigeno o stando male da soli. Non sottovalutate la cosa».


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Ciao ragazzi ! Dopo tutto quello e’ successo ieri in Italia ,mi sento in dovere di condividere con voi questo messaggio: riflettiamo bene a quello che sta succedendo ,non facciamo gli egoisti e pensiamo soprattutto alle persone a noi più care come genitori, fidanzate,nonni, suoceri e a quelle più fragili, perché loro potrebbero soffrire più di noi!

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