Coronavirus, Gruppo Pd in Regione Liguria: «Sos disabili soli e gravi. Serve piano di assistenza domiciliare»

24 marzo 2020 | 17:02
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Coronavirus, Gruppo Pd in Regione Liguria: «Sos disabili soli e gravi. Serve piano di assistenza domiciliare»

«Alisa avvii un tavolo con enti accreditati»

Genova. «Sos assistenza disabili gravi e gravissimi». A lanciare l’allarme, con un appello alla Giunta ligure e ad Alisa è il Gruppo del PD in Regione Liguria.

«L’emergenza Coronavirus sta avendo forti ripercussioni sulle famiglie che hanno figli con disabilità molto gravi – spiegano i consiglieri regionali del Partito Democratico – Uno dei problemi da affrontare al più presto è quello dei ragazzi e delle ragazze disabili, che restano a casa da soli, perché i familiari, a volte l’unico genitore rimasto, stanno male o sono ricoverati con sospetto o conclamato Covid-19. Rischiamo addirittura che in, alcuni casi, il familiare, pur stando male, non vada in ospedale per non lasciare solo il figlio non autosufficiente.

Sappiamo che Alisa sta lavorando in questa direzione con gli enti accreditati e che, da sempre, si occupano di disabilità per offrire delle soluzioni efficaci e non semplici, visto che non possono essere impegnate le strutture ordinarie e gli ingressi sono bloccati a tutela dei ricoverati. Al più presto ci attendiamo un atto che avvii e regoli la collaborazione tra tutte le Asl, le famiglie e gli enti accreditati».

Un’altra questione da affrontare nell’immediato, continuano i consiglieri regionali del PD ligure, «è lo stop all’assistenza domiciliare per i disabili gravi e gravissimi. Le famiglie che prima potevano contare sulla scuola e sui centri per alleviare il loro carico, oggi sono sole e non sempre riescono a gestire le convivenze con i figli 24 ore su 24. Parliamo di disabili molto gravi. Il Dpcm del 17 marzo ha fermato l’assistenza domiciliare e le attività semiresidenziali per disabili, ma consente le cure e i servizi sanitari indifferibili. Ed è proprio in questo senso che Alisa può intervenire per ripristinare, per i casi più gravi, l’assistenza a casa.

Per capire quali casi necessitino di questi interventi serve un censimento immediato che coinvolga le famiglie più in crisi, i centri dove abitualmente i ragazzi sono seguiti e i neuropsichiatri delle Asl. Alisa faccia partire un tavolo online per individuare i casi indifferibili, capire quali strumenti si possono utilizzare per ciascuno e stilare delle regole di sicurezza per gli operatori, in modo che possano lavorare presso le famiglie senza mettere a rischio la propria salute».

« Le deroghe al Dpcm sono previste dall’articolo 48 dello stesso decreto. Certo – concludono i consiglieri regionali del Pd – Alisa dovrà garantire i dispositivi di sicurezza a tutti gli operatori, scelti su base volontaria dai centri e adeguare le attuali tariffe perché la situazione è straordinaria e come tale va gestita riconoscendo i maggiori costi. Inoltre è importante che operatori ed eventuali volontari che si occupano dell’assistenza domiciliare possano, grazie all’indifferibilità di questo servizio, avere l’attestato da parte delle Asl che consentano di allontanarsi da casa per più di 200 metri».