Coronavirus, ferie forzate per molti negozi cinesi. A Sanremo c’è chi chiude per “contribuire a fermare il virus”

2 marzo 2020 | 13:23
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Coronavirus, ferie forzate per molti negozi cinesi. A Sanremo c’è chi chiude per “contribuire a fermare il virus”

Sulle vetrine delle attività orientali comparsi messaggi di tutti i generi

Sanremo.“Alla gentile clientela, abbiamo deciso di sospendere l’attività momentaneamente per dare un contributo alla comunità a ridurre al minimo la possibilità di diffusione delle malattie virali”, è solo uno dei tanti messaggi che appaiono da alcuni giorni sulle vetrine delle attività cinesi.

Girando per le vie del centro della Città dei Fiori si vedono tanti cartelli con su scritto ferie affissi dietro le saracinesche di estetisti, parrucchieri e ristoranti. Quella causa di chiusura che suona come una forzatura se affiancata alla comunità che più di ogni altra è riconosciuta nel mondo per essere fatta di instancabili (anche troppo) lavoratori. La psicosi coronavirus sta colpendo duramente l’economia del territorio e in particolare delle piccole attività commerciali legate agli imprenditori di origine orientale.

Un segnale eclatante dell’impatto che il Covid-19 sta avendo è dato anche da quei pochi che invece hanno deciso di tenere aperto. In via Canessa, per esempio, il grande store cinese che ha rilevato una parte considerevole dello storico negozio FerroLegno Canessa, funziona ancora a ritmo serrato ma, sarà una casualità, al front office da qualche giorno il volto che accoglie gli acquirenti è quello di una giovane ragazza italiana.

Tra via San Francesco, via Palazzo e via Martiri l’atmosfera assume contorni spettrali. A poco sembrano valere le direttive degli specialisti che hanno ribadito, a più riprese, come discriminare le attività cinesi per paura di contrarre il coronavirus non ha alcun senso. Ma il timore del contagio ha cambiato le abitudini persino di alcuni noti ristoranti condotti da famiglie della zona i cui clienti più affezionati, come testimoniato dagli stessi titolari, preferiscono evitare di salutare con la cara vecchia usanza della stretta di mano.