Coronavirus, discorso Macron. I chiarimenti del deputato Di Muro: «Tra Italia e Francia frontiere aperte»
«Probabile richiesta di autocertificazione». Ma i dettagli arriveranno soltanto nelle prossime ore
Ventimiglia. «Le frontiere tra Italia e Francia al momento restano aperte. Il discorso del presidente Macron riguarda le frontiere extra Europee e lo spazio Schengen». E’ il chiarimento del deputato ventimigliese Flavio Di Muro (Lega) che, dopo aver ascoltato il discorso del presidente francese ha chiesto chiarimenti per poter dare risposte certe ai circa 5mila frontalieri italiani che ogni giorni si recano in Costa Azzurra o nel Principato di Monaco per lavoro.
«Visto che il discorso di Macron non era del tutto chiaro – ha spiegato Di Muro – Ho avuto un colloquio telefonico con il sottosegretario Ivan Scalfarotto al quale ho chiesto di sentire l’ambasciatore francese per avere chiarimenti sulle dichiarazioni del presidente. Mi è stato assicurato che il discorso di Macron era rivolto solo alle frontiere extra-europee».
Ma questo non basta a rassicurare i lavoratori trasfrontalieri, perché sempre Macron ha annunciato limitazioni sulla circolazione delle persone, come già, ad esempio, avviene in Italia dove per sposarsi anche solo all’interno del territorio del proprio comune serve un’autocertificazione che attesti il motivo per cui ci si sposta. Chiarimenti su questi aspetti sono attesi tra la notte e domani. «Chiederà probabilmente un’autocertificazione per circolare nel territorio francese – anticipa il deputato – Quindi servirà anche per gli italiani che si recheranno in Francia e che dovranno dichiarare che si muovono per motivi di lavoro». Insomma, se così fosse, la frontiera tra Italia e Francia sarà aperta solo per i lavoratori o per chi si reca in Costa Azzurra o nel Principato per cure mediche.
«Continuerò a mantenere i contatti con le autorità d’oltralpe per aggiornare gli italiani sulle decisioni prese dal governo francese», dichiara Di Muro, che si è fatto portavoce dei frontalieri per assicurare loro la giusta sicurezza sul lavoro. «La Francia e Monaco non hanno adottato le misure italiane nella lotta al coronavirus. Hanno copiato l’Italia solo per quanto concerne la chiusura delle attività, ma non per le misure di prevenzione – ha detto -. In via diplomatica, ho fatto capire agli Stati confinanti che sarebbe stato utile adottare le misure di prevenzione, quindi dotare i lavoratori di mascherine, guanti, gel igienizzanti, oltre ad allentare i rapporti umani per rallentare il contagio. E’ notizia di stasera che la Francia si adeguerà: siamo in attesa di sapere come le aziende dovranno tutelare i propri lavoratori».
E’ previsto, inoltre, dove possibile, l’incentivo del telelavoro.
«E’ chiaro che questo è un momento nefasto per i frontalieri delle nostre zone – afferma Flavio Di Muro – Perché dovranno continuare a lavorare, nonostante le difficoltà di movimento. Ricordo che in auto bisogna viaggiare distanziati (il decreto Conte prevede un massimo di due persone su ogni auto, ndr) e al contempo assistiamo alla drastica diminuzione dei treni. Se a questo sommiamo una doppia, se non tripla (con Monaco) autocertificazione, per i frontalieri si preannunciano tempi difficili».
Il discorso diventa allora politico. «Quello che penso, è che per i frontalieri si poteva prevedere una deroga specifica: chiudere tutto, lasciarli a casa, assicurando loro uno stipendio e una adeguata assistenza, sia da parte dello Stato in cui lavorano, sia in quello dove vivono – conclude il leghista -. Ma in questo l’Europa è stata totalmente assente, come nel recente passato. Spero che almeno il governo italiano nei prossimi decreti preveda forme di sostegno maggiori per o frontalieri e per le loro famiglie».