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Affrontare la “clausura da Coronavirus”. I consigli della psicoterapeuta sanremese Daniela Lazzarotti

16 marzo 2020 | 11:56
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Affrontare la “clausura da Coronavirus”. I consigli della psicoterapeuta sanremese Daniela Lazzarotti

Rimanere tra quattro mura per quasi tutto il giorno non è affatto facile, più dal punto di vista psicologico che fisico

Sanremo. Secondo il decreto Conte contro il Coronavirus bisogna limitare il più possibile le uscite da casa, riservandole per questioni inderogabile. Rimanere tra quattro mura, in una specie di clausura, per quasi tutto il giorno non è affatto facile, più dal punto di vista psicologico che fisico. In aiuto però , con i suoi consigli, arriva la dottoressa Daniela Lazzarotti.

Ecco cosa dice la psicoterapeuta: «Stiamo vivendo un momento di emergenza globale, in cui le incertezze e le paure sembrano spesso avere il sopravvento. La pandemia COVID-19 sta creando anche una situazione di stress generale difficile da gestire. Lo stress è comprensibilmente aumentato dai repentini cambiamenti delle nostre abitudini a cui siamo sottoposti negli ultimi giorni: pensiamo alle scuole chiuse, allo smart working, all’autoquarantena ma, anche alla confusione che deriva dall’eccessiva quantità di informazioni diffuse e non affidabili.

Tutto ciò genera incertezza emotiva anche se è normale avere una sensazione di stranezza dovuta alla necessità di cambiare la propria routine , cosi come è normale vivere questo momento di grande disorientamento. Una delle reazioni più tipiche in questi casi è sperimentare la paura, emozione primaria, fondamentale per la nostra difesa e sopravvivenza, se non la provassimo non riusciremmo a metterci in salvo dai rischi. Ma se non riusciamo a gestirla percependo il Coronavirus come un pericoloso predatore inarrestabile rischiamo di attuare comportamenti impulsivi, irrazionali, controproducenti. Qui si passa al panico o all’ansia generalizzata, per cui un pericolo limitato e contenuto di contagio viene generalizzato percependo ogni situazione come rischiosa ed allarmante. In alcuni soggetti si sviluppa una situazione di ipocondria, intesa come tendenza ad eccessiva preoccupazione per il proprio stato di salute percependo ogni minimo sintomo come un segnale inequivocabile di infezione da Coronavirus.

E’ normale avere paura ma adesso bisogna fare della paura uno strumento che ci aiuti a reperire
informazioni su come superare il momento. Se le informazioni dicono di stare in casa non vado
fuori se non se è strettamente necessario, meglio evitare la bulimia di informazioni, che non aggiunge valore a quello che devo fare, e preferire sempre le fonti ufficiali. E ricordare che le rinunce di oggi non sono solo una perdita ma possono in futuro darci gli strumenti per essere ancora più forti e determinati nell’affrontare la vita.

In questa situazione è fondamentale fare squadra, essere responsabili. Bisogna sentirsi parte della comunità, essere prudenti e raccomandare prudenza. Il periodo di quarantena costringe a interrompere le rassicuranti abitudini quotidiane ma si può cogliere questa “occasione” e investire su nuove attività o su quelle attività che, nonostante fossero desiderate, non permettevano di essere coltivate proprio dalle abitudini.

Da alcuni pazienti sono venuta a conoscenza di progetti ripresi, libri finalmente letti fino alla fine, persone contattate in attesa da tempo: quasi che la quarantena forzata sia stata un beneficio per riprendere o completare cose importanti lasciate in sospeso. Le nuove tecnologie, in particolare i social media, sono molto più utili in questo momento e hanno permesso di evitare il senso di solitudine ed isolamento. Anche molte famiglie possono vivere momenti insieme quasi unici e irripetibili».