Sanremo, passaggio dei dipendenti di Casa Serena al privato. Per la Corte dei Conti il Comune può reintegrare
Reso il parere chiesto dall’amministrazione Biancheri. Spiragli per il personale
Sanremo. Passaggio al futuro proprietario di Casa Serena dei dipendenti impiegati nella casa di riposo comunale, per la Corte dei Conti il Comune può reintegrare.
E’ questa l’estrema sintesi della pronuncia dei giudici contabili ai quali l’amministrazione Biancheri si era rivolta per capire se il personale pubblico dell’ospizio di Poggio poteva essere riassorbito negli uffici di Palazzo Bellevue, in maniera tale da scongiurare l’ipotesi che alla privatizzazione della residenza protetta seguisse anche la cessione dei comunali a un soggetto privato. Da una prima lettura del documento, la sezione genovese della Corte dei Conti sembra esprimersi in maniera favorevole alle ragioni dei lavoratori, parlando di “discrezionalità dell’amministrazione nell’operare il transito dei dipendenti”.
Così scrivono i giudici: «… la relativa decisione è rimessa alla preventiva ponderazione dell’ente pubblico che individui di volta in volta il personale interessato alla cessione (cfr. Trib. Siena, ordinanza 6/3/2003): più precisamente, l’individuazione è frutto della discrezionalità amministrativa e tecnica dell’ente pubblico, quale valutazione anche specialistica degli interessi implicati (cfr. Cons. St. 1910/2012), in conformità al principio costituzionale di equilibrio di bilancio, sostenibilità del debito pubblico e buon andamento dell’azione amministrativa (art. 97, commi 1 e 2, Cost.). Ove, poi, si pretenda il consenso al passaggio del personale ceduto (Trib. Siena, ordinanza 21/5/2003; contra Cass. civ. 15522/18 nel caso di passaggio a soggetti pubblici), tale consenso presuppone, in ogni caso, siffatta ponderazione dell’ente pubblico».
Parole, di non facile comprensione, che hanno fatto tirare un sospiro di sollievo ai dipendenti coinvolti e ai legali che li stanno assistendo in questa battaglia, ma la questione è ancora tutta da definire. Da quel che lascia intendere la magistratura contabile, il passaggio da pubblico a privato non è automatico (o obbligatorio), ma l’amministrazione deve valutare bene se può essere conveniente o meno per il Comune. Inoltre, torna a farsi vivo il problema delle mansioni che il personale di Casa Serena ha e che, nella maggioranza dei casi, non sarebbero compatibili con le necessità dell’ente localeche nei mesi scorsi ha bandito un concorso per una quindicina di nuovi istruttori amministrativi di categoria C.
Sempre stando al parere reso dai giudici, il reintegro sarebbe dovuto essere previsto (e quindi fatto scattare?) prima e non dopo aver fatto partire nuove assunzioni: «…Il riassorbimento deve avvenire “prima di poter effettuare nuove assunzioni” mediante “l’utilizzo di procedure di mobilità” di cui al D. Lgs. 165/2001, “nel rispetto dei vincoli in materia di finanza pubblica e contenimento delle spese di personale”. Il riassorbimento può essere “disposto solo nei limiti dei posti vacanti nelle dotazioni organiche dell’amministrazione interessata e nell’ambito delle facoltà assunzionali disponibili».
Insomma, se da una parte si apre uno spiraglio che permette di cantar vittoria a sindacati e lavoratori, dall’altro non si può dare per scontato che la questione si risolva come da loro stessi auspicato.