L’infettivologo Bassetti: «In Italia non è morto nessuno di coronavirus, basta bollettini di guerra»
Il primario del San Martino insiste con la linea anti allarmismo: «Ci stiamo facendo del male da soli, non si può fermare un paese»
Genova. «Dobbiamo essere tranquillizzanti, come sono stato fin dall’inizio. Il coronavirus è più simile all’influenza che alla pesta bubbonica». Nervi saldi e mente lucida, Matteo Bassetti ripete la stessa cosa da giorni. E lo fa a costo di contraddire molti suoi colleghi che utilizzano ben altri toni. Dall’ospedale San Martino, dove dirige la clinica di malattie infettive (carica che affianca a quella di presidente della Società italiana di terapia anti-infettiva), ha risposto in diretta alle domande dei lettori di Genova24.it.
In Liguria ci sono casi confermati, dobbiamo preoccuparci? Non c’è un’emergenza in Liguria, ci sono tanti casi semplicemente perché li siamo andati a cercare. Questa è una malattia difficile dal punto di vista epidemiologico ma dal punto di vista clinico il trend è tranquillo, anche a livello italiano. Sono cristianamente vicino alle famiglie dei morti, ma lasciatemi dire che in Italia non c’è neanche un paziente morto per il coronavirus. Quando uno entra in ospedale per un infarto e muore col coronavirus non è morto per il coronavirus, è morto per l’infarto. Se uno viene trovato a casa morto, come è successo nel lodigiano, e gli viene fatto il tampone post mortem, come fai a dire che è morto per il coronavirus? Stiamo attenti a questo bollettino di guerra che sembra quasi giustificare un certo atteggiamento. Ad oggi in Italia veramente morto per il coronavirus non c’è nessuno. È una bruttissima forma virale ma molto più vicina all’influenza che alla Sars o all’influenza dei cammelli. La maggioranza dei casi sono a casa loro tranquilli, come succede nella maggior parte dei pazienti con influenza.
Quali precauzioni bisogna prendere? Non bisogna fare nulla. Certo, non serve mettersi le mascherine L’attenzione è talmente alta che non bisogna fare niente, bisogna sì lavarsi le mani, ma quelle sono misure semplici che dovrebbero essere sempre seguite.
Le persone fragili come gli anziani? Anche loro devono stare tranquilli. In questo momento il virus è controllato in alcuni focolai. Gli anziani facciano la loro vita normale e quando è il momento si vaccinino contro l’influenza e le altre malattie trasmissibili.
L’ARTICOLO E L’INTERVISTA SONO TRATTI DA GENOVA24.IT