#Festival2020, Rula Jebreal: «Dirò cose che non ho mai detto neanche a me stessa»
Diletta Leotta: «Non vedo l’ora che ci sia il fischio d’inizio»
Sanremo. Sei donne uccise, in Italia, in sette giorni. Il tema della violenza di genere irrompe a al Festival2020, attuale più che mai. A parlarne sarà la giornalista e scrittrice palestinese Rula Jebreal che questa sera calcherà il palco dell’Ariston insieme a Diletta Leotta e al direttore artistico e conduttore Amadeus.
«Sono davvero felice di essere qui – ha detto la giornalista – Vorrei parlare di una emergenza nazionale, ma è anche un tema internazionale. Ci sono molte donne che vengono messe in prigione solo perché chiedono il diritto al voto. Ci sono donne, come una ragazza di 28 anni in Arabia Saudita, messa in carcere e torturata, soltanto perché ha chiesto di guidare una macchina». «Quando ho incontrato Amadeus a ottobre – ha aggiunto – Ho suggerito di parlare di questo tema e lui subito lo ha abbracciato. Sono felice di parlare anche davanti a mia figlia: dirò cose che non ho mai detto nemmeno a me stessa finché non ho compiuto 40 anni».
E ancora: «Vorrei parlare a tutti, anche agli uomini. Non è una questione di uomo verso donna. E’ una questione di tutti noi. Quando c’è un abuso di qualsiasi genere, riguarda tutta la società. I dati che ci sono riguardano tutti noi. Ci sono molte canzoni che celebrano le donne. Crescendo in medio oriente, dopo aver visto tante brutture, tornavo a casa e la musica mi dava sollievo. Ammetto che la musica mi ha fatto sognare, volare. E’ una lingua in sé che tutti riusciamo a comprendere. Queste questioni legate al femminicidio dovrebbero riguardare tutti noi come la musica».
Emozionata la giornalista sportiva Diletta Leotta: «Non mi era mai capitato di fare una conferenza stampa con tanti giornalisti – ha detto il volto noto della tv davanti alle centinaia di giornalisti in sala stampa -. Sono qui con il mio mister (Amadeus, ndr), sono sempre stata a bordo campo e ora scendo in campo, non vedo l’ora che ci sia il fischio d’inizio».