#Festival2020, le pagelle della prima serata. Promossa Rita Pavone, bocciata la Leotta

5 febbraio 2020 | 01:18
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#Festival2020, le pagelle della prima serata. Promossa Rita Pavone, bocciata la Leotta
#Festival2020, le pagelle della prima serata. Promossa Rita Pavone, bocciata la Leotta
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#Festival2020, le pagelle della prima serata. Promossa Rita Pavone, bocciata la Leotta
#Festival2020, le pagelle della prima serata. Promossa Rita Pavone, bocciata la Leotta

Il Festival di Amadeus scorre veloce, a parte qualche scivolone

Sanremo.  La prima serata del #Festival2020 ha rispettato, almeno in parte, la volontà di Amadeus di tornare alla musica. Musica protagonista con gli artisti in gara, i super ospiti, il duetto di Albano e Romina Power, le interpretazioni da brivido di Tiziano Ferro e persino il doloroso intervento di Rula Jebreal incentrato sulla violenza contro le donne: la giornalista palestinese con cittadinanza italiana e palestinese ha intessuto il suo discorso con i testi di canzoni quali “La Cura” di Franco Battiato e “La donna cannone” di Francesco De Gregori e poi conclude, «Le donne sono musica».

Ma la serata è stata lunga, lunghissima. Buona l’idea di iniziare con quattro giovani, dando alle Nuove Proposte la possibilità di avere un palcoscenico tutto per loro in prima serata. Poi sipari, siparietti, incursioni di Fiorello e la prima uscita dal teatro, con Emma Marrone che lascia il teatro a braccetto con Amadeus per raggiungere il palco esterno di piazza Colombo. E’ la prima volta nella storia del Festival della Canzone Italiana.

Tra alti e bassi, ecco i voti della prima serata del Festival numero 70.

Fiorello in versione don Matteo che benedice l’Ariston esorcizza paure e polemiche e si appella al Santo Padre: «Non schiacci il tasto che cancella il canone Rai, non ci scomunichi per piacere». Lo showman accompagna Amadeus sul palco dell’Ariston, lasciandogli un pubblico caldissimo. E’ il festival dell’amicizia contro l’odio e l’indifferenza. Voto: 8.

Amadeus. Elegantissimo con la giacca taglio classico dal risvolto nero su fondo brillante. Gli occhi lucidi di un bambino a Natale davanti all’albero con sotto mucchi di regali. Sa ridere ed essere serio, e soprattutto ama la musica. Bel debutto. Voto: 7 e mezzo.

Eugenio in via di Gioia. Non fanno in tempo a salire sul palco che già vengono eliminati nel duetto contro Tecla. Peccato. Sembrano marinai con la loro maglia a righe bianca e blu e il berretto di lana. Poi iniziano a suonare, sono quattro e sembrano uno, tanto sono coordinati. Il ritmo contagioso, il sorriso del cantante pure. Voto: 9.

Tecla. Ha 16 anni e ci ricorda che “siamo di passaggio”. Memento mori. Una grande allegria, grazie Tecla. Bella voce, nonostante la cantilena che le hanno fatto cantare. Voto: 7.

Fadi. Parte bene poi probabilmente canta un’altra canzone, mentre la musica va da un’altra parte e lui stecca. Bella la canzone e anche l’interpretazione (stecca a parte). Voto: 6.

Leo Gassmann. Il ragazzo sa stare sul palco. Nei 4 minuti che c’è stato, il Festival si è trasformato in un suo concerto. Voto: 7.

Nuove proposte. Passano alle semifinali Tecla e Leo Gassmann: è la prova che le canzoni allegre a Sanremo non piacciono. Meglio struggersi, soprattutto da giovani. Voto: 5.

Tiziano Ferro. Come prima canzone, canta finalmente un brano allegro, il primo della sua vita. E’ di Modugno, ma è questo è solo un dettaglio. Poi interpreta “Almeno tu nell’universo” e incanta Sanremo. Voto: 9 e mezzo.

Irene Grandi arriva sul palco vestita di pelle, dice che quando canta si sente da Dio e vorrebbe fare sesso (hic et nunc). Finita la canzone afferma: «Che onore aprire Sanremo, vi ringrazio tanto». Ma è la quinta in scaletta (dopo i quattro giovani). Sarà senilità precoce? La canzone però è orecchiabile e lei ha grinta. Voto:6

Diletta Leotta. Elegante con un vestito alla Ferrero Rocher, Diletta scende la scalinata dell’Ariston facendo la telecronaca: “Sono sette scalini, un pianerottolo, poi altri scalini”. Al novantesimo ci dirà com’è finita, per ora la scala l’ha scesa senza ruzzolare, ed è già un successo. Tutto (quasi) bene, finché la produzione non decide di dedicarle uno spazio e lei parla con la nonna delle crostate al mandarino e della bellezza che se ne va. Ma lei è a Sanremo perché è bella. E lo dice pure. Almeno è sincera. Voto: 4.

Masini. Dopo averci mandato tutti a quel paese, fa un confronto con se stesso. Un po’ «stronzo» e un po’ «signore». Voto: 7.

Rita Pavone. Dopo 47 anni torna eccezionalmente in gara al Festival di Sanremo. E lei canta: «Intanto il tempo passa e se ne va». Non c’è altro da aggiungere. Anche perché il resto del testo l’hanno capito in pochi. Ma è solo un dettaglio, l’interpretazione da urlo le fa guadagnare la prima standing ovation della serata. Voto: 10.

Rula Jebreal, emoziona e si emoziona, dando voce alle donne vittime di violenza senza essere banale. Per parlare della violenza di genere come ha fatto lei ci vuole coraggio, tanto. Voto: 9.

Achille Lauro arriva con un mantello poi canta “Me ne frego” e resta in mutante. Non si capisce se imita Freddie Mercury o il vigile sanremese. Comunque fa effetto: dopo la farfallina di Belen, abbiamo il “belin”. Voto: 8 (per il coraggio).

Diodato. Sembra timido, o comunque impacciato. La sua sfortuna è quella di essere salito sul palco dopo Achille Lauro: in confronto è un chierichetto. Voto: 5.

Peppe Vessicchio. Torna a dirigere l’orchestra e l’Ariston lo accoglie come una star. Lui c’è ed è Festival. Voto: 10.

Le Vibrazioni. Sono tornati dopo anni e sono sempre uguali. Voto. 5 e mezzo.

Albano e Romina Power. Chi ha acceso la tv solo alle 22,30 avrà pensato di essere ritornato negli anni Ottanta. Albano e Romina sono uguali. Le canzoni sono uguali. L’atmosfera pure. Amarcord. Voto: 7.

Anastasio. E’ “rosso di rabbia” ma non riesce a trasmetterlo abbastanza. Voto: 6.

Elodie. Quando finisce la canzone, chi ascolta si sveglia.Voto: 5.

Buga e Morgan. Almeno si vede che a cantare si divertono. Voto: 7 e mezzo.

Emma. Torna sul palco che le ha dato tanto e lo riconosce. Per illuminare l’Ariston basta il suo sorriso. Voto: 9.

Alberto Urso è più vecchio di Rita Pavone. Voto: 6.

Raphael Gualazzi. Ha la grande sfortuna di cantare per ultimo, quando ormai dormono tutti. Ma non perde la speranza e prova a svegliare l’Ariston. Voto: 7.