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Cittadinanza attiva: «No alla chiusura degli ospedali di Imperia e Sanremo»

11 febbraio 2020 | 07:05
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Tanti i dubbi sollevati: posti letto, distanze, pronto soccorso e “sparizione” di Chirurgia vascolare

Imperia. Sit-in dei militanti di Cittadinanza attiva davanti all’auditorium della Camera di Commercio in occasione del convegno di Regione Liguria, Comune di Imperia e Asl 1 per promuovere l’ospedale unico di Taggia.

«Il nuovo ospedale -dice Mauro Manuello di Cittadinanza attiva – accorperà gli stessi reparti attualmente esistenti ma non sembra contemplata la Chirurgia vascolare. I posti letto, comprendendo quelli di Bordighera non è ancora completamente definiti, saranno ben al al di sotto di quelli previsti da decreto Balduzzi, 3 per ogni 1000 abitanti. L’unico pronto soccorso con Dea di primo livello nell’intera provincia richiederà tempi di raggiungimento ancora più lunghi da parte di cittadini, automediche e ambulanze, specie per i pazienti che risiedono nelle vallate o nel comprensorio imperiese e dianese. A maggiori percorrenze, a causa della scadente viabilità saranno costretti quanti si ricoverano o i loro parenti nel momento che andranno a visitarli o assisterli».

«Il costo dell’opera  -aggiunge Manuelloprevisto è di 225 milioni di euro esclusi arredi, attrezzature mediche, dotazioni per quasi 43milioni di euro. Chi pagherà? L’assessore Sonia Viale parla di un finanziamento da parte dell’Inail. Ma su quale progetto, visto che l’iter è semplicemente allo studio di fattibilità?».

«Anche dal punto di vista turistico la perdita di un ospedale in un comprensorio come quello imperiese di almeno 60mila abitanti (nel periodo estivo almeno 3 volte tanto ndr) è un fattore negativo in considerazione della nostra tipologia di turismo prevalentemente fatta di anziani e famiglie. Questa nuova struttura non risolverà i problemi delle liste di attesa  per visite specialistiche, esami strumentali, interventi chirurgici in Day Surgeri, attese in pronto soccorso. Invece di indebitarsi l’Asl dovrebbe investire le risorse finanziarie nel personale medico e infermieristico, sempre più carente, per abbattere le liste di attesa  e garantire più assistenza sul territorio e a domicilio», conclude Manuello.