Sanremo, cabina dell’ex funivia abbandonata. Nuovo recupero e restauro

23 gennaio 2020 | 07:01
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Sanremo, cabina dell’ex funivia abbandonata. Nuovo recupero e restauro

L’amministrazione Biancheri accoglie la proposta del museo nazionale dei trasporti

Sanremo. Tornerà a splendere e a essere esposta al pubblico la cabina dell’ex funivia Sanremo-Monte Bignone, abbandonata presso la vecchia stazione di San Romolo-San Giacomo. A dare il via libera all’istanza presentata dal museo nazionale dei trasporti di La Spezia (su impulso della sezione di Taggia) e dal Dopolavoro ferroviario di Ventimiglia, è stata l’amministrazione Biancheri che ha ricevuto nei mesi scorsi la proposta dei due enti per recuperare, a proprie spese, cabina e carrello d’ispezione, per posizionarli, una volta restaurati, presso la sede del museo tabiese.

Ferita aperta e mai sanata del tutto, l’ex funivia, inaugurata nel 1937, segnò ai tempi del suo massimo splendore il record per l’impianto a campata sospesa più lungo al mondo, percorrendo, in linea d’aria, oltre sette chilometri tra le stazioni di Sanremo, San Giacomo, San Romolo e Monte Bignone. Ci volle un cortocircuito – e una politica che non seppe interpretarne un futuro sviluppo turistico – a condannare l’ultima delle cabine elettriche funzionanti, quella di Bignone, il quale decretò la “morte”, nel 1984, del funzionamento dell’infrastruttura che fino al 1981 fu punto di riferimento per altre simili sparse in tutto il globo. Le strade parallele e il boom delle automobili fecero il resto.

Le cabine e i carrelli di ispezione giacciono da allora in uno stato pietoso. Un’immagine triste che da decenni accompagna i ricordi di chi la funivia l’ha vissuta quando era in attività e di chi invece spera, immagina, sogna, di rivederla in funzione prima o poi. Di progetti in questo senso se ne sono visti, ma vuoi la carenza di fondi, vuoi che le priorità delle istituzioni si sono spostate altrove, nessuna amministrazione è ancora riuscita a dar loro un concreto sviluppo. Dei sei vagoncini (due per ogni tratta) di cui era composto l’impianto matuziano, ne sono rimasti in loco quello posizionato all’interno del Palafiori, recuperato dal Comune, un altro si trova in una posizione difficile da raggiungere a Bignone. C’è poi quello della fermata di San Romolo mentre gli altri sono stati spediti nei musei dei trasporti oltre regione.

«Fa parte della mia storia da bambina, quando era una festa andare a San Romolo in funivia, commenta la notizia l’assessore al Patrimonio Silvana Ormea. Per noi è un grande piacere vedere questo interesse e siamo stati felici di accogliere la richiesta del museo nazionale dei trasporti. Stiamo lavorando, insieme al consigliere Bellini– aggiunge Ormea – per restituire alla città anche la cabina della stazione di San Giacomo, dove è stato eseguito un sopralluogo nei giorni scorsi, seguito da una richiesta di preventivi. Sono strutture che fanno parte della nostra storia e che meritano di essere riscoperte e restituite alla collettività».