Porto di Ospedaletti, progetto di una cordata romena. No del Comune e scatta un nuovo ricorso

26 gennaio 2020 | 10:10
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Porto di Ospedaletti, progetto di una cordata romena. No del Comune e scatta un nuovo ricorso

Istanza in base allo schema della legge Burlando. Il sindaco: «Vogliamo un progetto di finanza di iniziativa pubblica. No a concessioni»

Ospedaletti. Spunta una nuova proposta per recuperare quel che rimane di Baia Verde ed è di una cordata di imprenditori romeni attivi nel settore immobiliare, turistico-ricettivo e nautico. Il progetto prende il nome di “Calaverde” e a presentarlo è la Globinvest Real Estate Srl, società con sede a Bucarest.

L’istanza dello scorso agosto, depositata sulla base delle disposizioni della legge Burlando (dpr 509/1997), è volta al rilascio di una concessione demaniale marittima pluriennale, sulla falsa riga di quanto aveva ottenuto la Fin.Im., poi fallita in seguito alla sentenza della Consiglio di Stato che aveva annullato, nel 2013, tutti gli atti concernenti la realizzazione del porto turistico. Domanda che è stata respinta al mittente dalla nuova amministrazione comunale del sindaco Daniele Cimiotti, la quale, per quanto concerne la via da seguire per il rilancio di Baia Verde, ha proseguito nel solco della linea tracciata dal suo predecessore Paolo Blancardi: no a concessioni dirette a privati, sì invece a una gara pubblica a livello europeo.

Quello della Globinvest Re non è il primo dei progetti venuti galla che si propongono di portare a termine la riqualificazione dell’ex discarica Cogefar. Ad alzare la voce per avere le aree del cantiere e riprendere i lavori si era presentato anche l’ingegnere romano Enrico Migliardi che aveva proposto un suo personalissmo “Porto delle Rose” (anche questa idea era stata rigettata dal Comune).

Nell’ipotesi degli imprenditori romeni che avrebbero conosciuto il caso di Ospedaletti grazie ad un professionista della zona con il quale la stessa società collabora su più fronti, si prevede di terminare la realizzazione della diga foranea e di ricostruire, spostandolo verso est, la banchina lato terra in maniera tale da recuperare una superficie pari a 3000 metri quadri di specchio acqueo. Per un totale di 154 posti barca complessivi, Calaverde si contraddistinguerebbe per la costruzione di un’unico grande edificio dal design riconducibile alla forma del litorale, nel quale al primo piano troverebbe spazio una residenza turistico alberghiera con 100 posti letto con annesso centro benessere. Al pian terreno, invece, sarebbero impiantati bar, ristoranti e il centro congressi. Il tetto della copertura sarebbe quasi integralmente nascosto dal verde o dai pannelli fotovoltaici.

porto di ospedaletti baia verde

Ci sono poi lo yacht club, lo stabile della capitaneria di porto e i magazzino per il rimessaggio delle imbarcazioni. Il quadro economico, per quanto sintetico, è impressionante: in 85 anni di concessione richiesta la Globinvest prevede di spendere 237 milioni in costi e di ricavare un utile di oltre 335 milioni di euro.

Insomma, tutto auspicabile se non fosse che per questo progetto è già scattato l’ennesimo ricorso al Tar contro il diniego del municipio. I proponenti, infatti, hanno impugnato la delibera di consiglio comunale con la quale l’ente ha approvato il DUP per il triennio 2020-2022, documento programmatico nel quale sono contenute anche previsioni sul porto turistico. Un ulteriore ostacolo verso la risoluzione del contenzioso pendente di fronte al tribunale di Genova.

Per il sindaco Cimiotti una sola cosa è certa: «Siamo tenuti a dare una risposta a queste istanze ma non ad accoglierle. Se ci sono dei soggetti interessati che questi sappiano che il porto di Ospedaletti si farà ma dopo l’espletamento di una gara europea sulla base di un project finincing di iniziativa pubblica. Altre vie non ce ne sono».