Pigna, nessuno tocchi il Rio Carne. I “pesci di fiume” manifestano per l’ambiente
La protesta è stata promossa da Legambiente in tutta Italia
Pigna. Raduno e cartelli alzati contro lo sfruttamento dei torrenti di montagna, per salvaguardare l’ambiente e difenderlo dal proliferare delle centraline del mini-idroelettrico. Una manifestazione dei “pesci di fiume” (circa 80 gli attivisti presenti), movimento che in tutta Italia si batte per la causa, si è riunita, quest’oggi, sulle sponde del Rio Carne, pe run sit-in di protesta.
Durante l’evento, promosso da Legambiente e che si è svolto simultaneamente in oltre un centinaio di manifestazioni simili in tutta Italia. sono state scattate foto, selfie e girati del brevi filmati per testimoniare che i rii, come il Carne, stanno a cuore agli abitanti delle valli che sono pronti a fare di tutto per difenderli.
Ogni anno, secondo quanto spiegato dai manifestanti, vengono autorizzati decine e decine di nuovi impianti di captazione delle acque libere, senza una pianificazione organica e avveduta di queste opere private.
«Con questi sit-in si vuole attirare l’attenzione del Ministero dell’Ambiente – spiegano gli organizzatori –, che lo scorso anno ha emesso il Decreto FER-1, confermando l’incentivo al mini-idroelettrico. L’incentivo di Stato è la causa principale del moltiplicarsi delle centraline e della corsa senza regole alla concessione ai prelievi idrici, che si spinge fin nei piccoli torrenti di montagna, ancora integri nella loro naturalità. Proprio su questi corsi d’acqua minori, la Direttiva Quadro Acque verrebbe disattesa, causando negli ecosistemi acquatici offese ambientali irreversibili con pesante pregiudizio per la biodiversità, ed esponendo il nostro Paese ad una probabile nuova infrazione comunitaria.
Danni gravissimi, per un contributo di energia rinnovabile irrisorio e ceduto dai privati al Gestore dei Servizi Energetici ad un prezzo spropositato. Ricordiamo che l’incentivo va a vantaggio delle imprese di derivazione mini-idroelettrica ed è sostenuto dai cittadini con le bollette delle utenze domestiche, per un importo complessivo di circa 1.301 milioni di euro all’anno, garantito ai produttori per più di vent’anni (fonte GSE – 2018)».
Intanto, la causa legale che vede contrapposti i comitati, il Comune di Pigna e la Remna (società attiva nel settore) che proprio sul Rio Carne vorrebbe realizzare una mini-centrale, è stata aggiornata, nell’udienza che si è tenuta ieri, ad aprile. Per gli “Amici di Rio Carne”, l’errore macroscopico è inaccettabile starebbe nel voler installare una centrale in un contesto incantevole come Rio Carne, tra i primi classificati in Liguria dal FAI-I luoghi del Cuore e habitat naturale di specie autoctone quali gambero di fiume ed ontani.
Alla manifestazione odierna ha partecipato anche Patrizia Boido, consigliere delegata dal sindaco Roberto Trutalli, la quale ha confermato l’impegno dell’amministrazione comunale per la salvaguardia del proprio patrimonio naturale.