Imperia, i difficili rapporti tra ex procuratore e colonnello Zarbano in un esposto a Ministero della Giustizia e Csm
Un documento di 9 pagine, contenente una dettagliata memoria con fatti riportati in ordine cronologico
Imperia. Una memoria di nove pagine che ripercorre le vicende personali e giudiziarie vissute dall’agosto del 2013 al novembre del 2019: l’ha depositata il 9 gennaio scorso, sotto forma di esposto, il colonnello Luciano Zarbano, ex comandante provinciale dei carabinieri di Imperia. Destinatari del documento: il Ministro della Giustizia; il presidente dell’A.n.a.c.; il Ministero della Giustizia – Capo Ispettorato Generale; il Consiglio Superiore della Magistratura – Sezione disciplinare; il Procuratore generale presso la Corte di Cassazione di Roma; il Presidente della Corte d’Appello e il Procuratore Generale di Genova.
Finito a processo con l’accusa di abuso di ufficio in concorso con Gianfranco Cabiddu, ex carabiniere in congedo, e marito dell’ex procuratore di Imperia, Giuseppa Geremia e l’ex comandante della compagnia carabinieri di Imperia, David Egidi, Luciano Zarbano era stato inizialmente condannato in primo grado a un anno (pena sospesa) per poi essere definitivamente assolto, perché il fatto non sussiste, dalla II Sezione della Corte di Appello di Genova.
I tre erano rimasti coinvolti nell’inchiesta per il presunto mancato ritiro della patente da parte dei carabinieri di Imperia al marito dell’allora procuratore, dopo un’infrazione al codice della strada avvenuta in Sardegna.
Nel dettagliato documento presentato dall’alto ufficiale dell’Arma, sono stati inseriti, suddivisi in ordine cronologico, gli episodi che Zarbano ha ritenuto più significativi per portare alla luce il clima di tensione che si era venuto a creare tra lui e l’ex procuratore capo di Imperia, Giuseppa Geremia. Rapporti tesi e difficili fin dall’inizio, secondo quanto scritto dal colonnello, che aveva assunto il comando provinciale dei carabinieri il 5 agosto del 2013 e che già nell’ottobre dello stesso anno aveva ricevuto «una lettera dal tono aspro» inviata dalla Geremia in cui veniva fatta distinzione tra «la buona prassi utilizzata dalle altre forze di polizia» e i comportamenti dei carabinieri. Il conflitto tra l’ex procuratore e Zarbano era tale, stando a quanto ricostruito da quest’ultimo, che la Geremia «sceglieva direttamente il personale che doveva procedere […] tagliando fuori dall’attività decisionale i superiori gerarchici dei prescelti».
In diverse occasioni, inoltre, lo stesso procuratore avrebbe tentato di far trasferire il colonnello.