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Sanremo, messa del vescovo Suetta per i malati dell’ospedale Borea

17 dicembre 2019 | 14:38
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Sanremo, messa del vescovo Suetta per i malati dell’ospedale Borea

Verrà benedetto il nuovo quadro che sarà collocato nella cappella

Sanremo.Giovedì 19 dicembre alle 15 presso la cappella S. Francesco dell’ospedale G. Borea il vescovo Antonio Suetta celebrerà la S. Messa per gli auguri di Natale a cui sono invitati ammalati, dirigenti, medici, personale ospedaliero, volontari e dame di Lourdes.

Don Giuseppe Puglisi, cappellano dell’ospedale, sottolinea come questa sia l’occasione importante per “bussare alla porta del cuore” degli ammalati e di tutti coloro che in diverso modo se ne prendono cura, per fare memoria della presenza del Signore Gesù nella nostra vita. In questa occasione verrà benedetto il nuovo quadro che sarà collocato nella cappella dell’ospedale. L’opera è stata realizzata dalla pittrice Monica Giussani ispirandosi alla frase di P. Zeising: «Bisogna sentire la mano di Dio sulla nostra spalla per essere la mano di Dio sulla spalla degli altri».

Monica Giussani «ringrazia per l’opportunità di aver potuto esprimere attraverso la sua arte il concetto espresso nella frase citata: non è possibile portare l’abbraccio di Dio agli altri se prima non lo si sperimenta su di sé». L’artista raccontando la realizzazione dell’opera tiene a dire: «Cerco sempre di esprimere in modo profondo i concetti delle mie opere. In questo quadro Gesù abbraccia un ragazzo mentre dal Suo cuore escono i raggi della Misericordia e attraversano il giovane per poi fuoriuscire dalla sua mano, verso gli altri, il prossimo. Solo in questo modo possiamo amare gli altri dello stesso Amore di Dio. La scelta dei colori aiuta, chi guarda il quadro, a sentire il calore dell’abbraccio».

Il desiderio dell’autrice dell’opera diventa anche il nostro augurio per tutti gli ammalati e i sofferenti: «Speriamo che nella cappella dell’ospedale, le persone sofferenti possano sentire, anche attraverso l’arte, il calore dell’Amore di Dio e sentirsi abbracciati provando una profonda consolazione».