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Gruppo Radicale Adele Faccio di Imperia in carcere: «Spes contra spem a Genova e Carpi contro il partito dei magistrati»

17 dicembre 2019 | 09:43
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E’ stato proiettato a Marassi il docufilm politico 2016 di Ambrogio Crespi sul pianeta penitenziario

Imperia. In attesa di portarlo anche nel carcere di Sanremo, sabato 14 è stato proiettato in quel di Marassi il docufilm politico 2016 di Ambrogio Crespi sul pianeta penitenziario, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e alla Festa del Cinema di Roma.

«La locuzione latina Spes contra spem è dell’apostolo Paolo di Tarso, Lettera ai Romani, e si riferisce alla fede incrollabile di Abramo: Essere speranza, soggetto nominativo, contro Avere speranza, oggetto accusativo; parole poi usate da Marco Pannella per “osare l’inosabile”.

Con la direttrice Maria Milano d’Aragona era presente Sergio D’Elia, esponente del Partito Radicale e di Nessuno Tocchi Caino, una folta compagine di radicali genovesi e imperiesi [Gruppo Radicale Adele Faccio] nonché le Associazioni Luca Coscioni, Antigone, esponenti del Volontariato Giustizia. Il dibattito ha poi visto la partecipazione di molti detenuti delle sezioni alta sicurezza e comune. Il radicale Gian Piero Buscaglia ha citato l’organizzatore Stefano Petrella proponendolo come miglior candidato alla carica di Garante dei detenuti in Liguria, unica regione, con la Lucania, a non contemplare ancora tale figura.

Buscaglia ha poi auspicato che pure Carlo Carpi, già candidato sindaco a Imperia-Sanremo, e ospite in una cella di Marassi dal 1° luglio, potesse esprimere la propria voce: «Per quanto il personaggio possa apparire singolare e cocciuto, se ne esclude la pericolosità sociale; non si spiega quindi perché non gli si concedano almeno gli arresti domiciliari e sia ostacolato in corrispondenza e incontri». Ma Carpi non c’era, benché invitato e autore d’istanza mirata ad hoc; la direzione, senza neppure rispondere al quesito ‘C’è Carpi?’, ha infine fatto trapelare una vaga motivazione circa la di lui «non appartenenza al gruppo dei detenuti teatranti». L’ex Sen.Mauro Mellini parla spesso di Partito dei Magistrati: nel caso di Carpi, possibile che una singola toga abbia preminenza giudiziaria tale da imporre timore e assoggettamento?»- afferma il Gruppo Radicale Adele Faccio.

Mellini-fb 13/12: «In passato, dire Partito dei Magistrati lasciava divertiti o infastiditi; ora tutti sanno cosa significhi, ma pochi ne vedono il ruolo. Occorre ammetterne non solo l’esistenza, ma anche il suo attacco al vertice dello Stato, con pretesa preminenza e superiorità della funzione giudiziaria, concepita come cosa nostra del partito delle toghe su ogni altro potere: parlamentare, esecutivo, legislativo compresi.

L’abuso di potere giudiziario degenera in squadrismo togato; colpire senza scrupoli per impaurire, imporre timore reverenziale procurandosi meriti (politici) tra i nemici dei colpiti; colpiti senza minima probabilità di sentenze, decisioni di colpevolezza, prove o pretesti; il timore si fa paura del nulla, strumento d’imposizione, assoggettamento. Ora che il PdM mira in alto [Renzi, Salvini], ai giornali non sfugge più tale verità e così non nascondono più l’altra: che è il PdM a perseguitarli. Ho sentito Renzi in Senato sul suo caso, cioè il caso del PdM relativo a lui: mai avuto simpatie per tale personaggio, ma il suo discorso è stato d’altissimo livello; per la 1^volta ho inteso in un’aula parlamentare l’ammonimento Voi uccidete la democrazia e le istituzioni liberali (…)».