Casa Serena all’asta, scoppia la protesta dei dipendenti: «Il Comune ci ha traditi»

23 dicembre 2019 | 11:03
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Il caso di una segretaria in maternità trasferita nei giorni della manifestazione d’interesse

Sanremo. Per il Comune non si possono reimpiegare negli uffici amministrativi del municipio perché avrebbero qualifiche non idonee e lavorano per un ramo d’azienda che viene ceduto sul mercato. I dipendenti pubblici di Casa Serena non ci stanno e scoppia la protesta.

Questa mattina una dozzina di lavoratori della casa di riposo comunale, con un “flash mob” alle porte della residenza protetta di Poggio, si è mobilitata per esprimere tutta la propria preoccupazione di fronte alle possibili ripercussioni che la messa all’asta della struttura pubblica porta con sé. Un’operazione osteggiata dal personale oggi in forze a Casa Serena che è destinato a passare sotto le dipendenze di un ente privato. Spiega così le ragioni della mobilitazione, a nome di tutti Anna Pilone«Vogliamo al più presto un chiarimento urgente con il sindaco e gli assessori perché siamo stati assunti dal Comune e il Comune ci deve tutelare. Chiediamo di essere reintegrati alla luce del concorso in atto. Secondo la legge 165 del 2001, articolo 30, comma 2-bis, – argomentano i lavoratori – le amministrazioni pubbliche devono riassorbire personale distaccato che ha fatto domanda di mobilità interna. Non ci spaventa andare sotto il privato ma ci domandiamo cosa abbiamo fatto a fare un concorso pubblico».

A rischio si sentono in 12, due amministrativi, infermieri, operatori socio sanitari, un elettricista e un magazziniere. Ma non sono gli unici a lavorare nell’ospizio. In totale, con le cooperative, sono un centinaio i lavoratori coinvolti. C’è anche chi si sente «mandato al confino».Arianna Sorrentino, ex dipendente dell’ufficio Protocollo, con problemi di salute certificati, ha chiesto di essere trasferita ed è stata spostata nella casa di riposo di Poggio a due mesi dalla messa all’asta. Al suo posto in municipio è finita una collega, in maternità, che sarebbe stata reimpiegata a pochi giorni dalla manifestazione d’interesse con un provvedimento dirigenziale. «Una dipendente come noi ma più fortunata di noi – continuano i dipendenti – che nonostante la maternità è stata richiamata per presunte urgenze presso l’ufficio scuole».

La vicenda assume una connotazione che sfiora il paradossale con i “casting” a cui avrebbero partecipato gli impiegati comunali quando le speranze di non interrompere il proprio contratto di lavoro con l’ente locale erano più solide. Dei confronti avuti con il direttore Michele Anselmo che lasciavano ipotizzare un ricollocamento in altri settori.

Decisa lo scorso luglio dall’amministrazione Biancheri che mai come in questo periodo è alla ricerca di risorse fresche da reinvestire nei sottoservizi (fogne e acquedotto) e per le emergenze legate al maltempo, per la definitiva cessione a privati dovrebbe essere indetto un bando di gara nei prossimi mesi. Il valore stimato è di circa 11 milioni di euro, di cui 6,4 per l’immobile e 4,3 per l’attività di ricovero anziani.