Bordighera non dimentica gli ebrei che cercarono la salvezza salpando da “Bagnabraghe”

22 dicembre 2019 | 12:47
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Targa posata dall’ANPI alla presenza delle autorità cittadine

Bordighera. «Nel 1939 dalla spiaggetta sottostante detta “Bagnabraghe” per sfuggire alle persecuzioni naziste e alle leggi razziali fasciste decine di ebrei e famiglie su barche di pescatori raggiunsero la costa francese per la salvezza e la libertà.
Perché non si dimentichi. L’ANPI di Bordighera ottant’anni dopo pose – Dicembre 2019».

E’ quanto impresso, a futura memoria, sulla targa posata stamane nei pressi della spiaggia dalla quale salparono gli ebrei in cerca di salvezza. Una testimonianza importante, voluta dall’ANPI di Bordighera presieduta da Giorgio Loreti: «Quello di oggi è un atto pubblico – ha detto Loreti – Il riconoscimento di un avvenimento storico grave, gravissimo». Il nazismo, le leggi razziali fasciste. L’antisemitismo, la ‘questione razziale’, le deportazioni. Per sfuggire a tutto questo, ha aggiunto Loreti, «molti ebrei, europei, soprattutto austriaci, vennero a Bordighera. Io ricordo addirittura persone anziane che ricordavano la presenza di famiglie di ebrei che a certe ore del giorno erano accampate, con una valigia o una borsa, in centro a Bordighera, vicino alla chiesa di Terrasanta, in attesa di recarsi qui, in questo luogo, per poter raggiungere la Francia. 
Pensate se noi, non avendo fatto nulla di illegittimo, fossimo obbligati a lasciare tutto, casa e affetti, e partire».

E qui, a Bordighera, così come a Ventimiglia e Sanremo, molti ebrei trovarono pescatori disposti, correndo gravi rischi, ad accompagnarli fino alla costa francese. «Avranno trovato quello che cercavano? Avranno trovato la libertà, la salvezza? – si è chiesto il presidente dell’ANPI locale – Lo sappiamo solo di qualcuno, ma indubbiamente sono stati momenti terribili e quello che è venuto dopo non ci lascia ben sperare».

Alla cerimonia ha partecipato anche il sindaco Vittorio Ingenito: «In un momento storico in cui il seme dell’antisemitismo sta purtroppo trovando terreno fertile in tutta Europa la posa di questa targa assume molteplici significati – ha detto -. Innanzitutto è la memoria di quello che fu uno dei momenti più bui della storia umana, e il ricordo di quelle che furono le leggi razziali: una macchia sull’umanità intera. Ma è anche un momento di ringraziamento e riconoscenza nei confronti di chi, all’epoca, a rischio della propria vita, decise di contrastare queste leggi infamanti mettendo in salvo molte persone che furono costrette a lasciare le proprie case. E poi è un monito per tutti noi affinché questo non succeda più. Noi non possiamo che essere riconoscenti all’ANPI per questa iniziativa che abbiamo immediatamente condiviso».

Presente anche lo storico Paolo Veziano, che sullo stesso tema ha scritto un interessante libro, “Ombre al confine”. Veziano ha voluto rivolgere «un pensiero di gratitudine forte va a molti abitanti di Bordighera che sapevano che gli ebrei sarebbero stati spogliati dei loro beni, se li facevano consegnare e glieli restituivano in Arziglia per evitare che fossero loro sottratti». Lo storico ha ricordato che già «molti anni fa era stata apposta una targa, poi rimossa da mano anonima».

La cerimonia si è conclusa con un brano suonato dalla fisarmonicista Graziella Biga. Tra i presenti anche il partigiano Sergio Marcenaro.