Sanremo, la triste storia del gatto Lollo

28 novembre 2019 | 13:27
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Sanremo, la triste storia del gatto Lollo

Non c’è il lieto fine

Sanremo. Ci scrive una nostra lettrice: «La storia di Lollo inizia nella maniera più banale che ci sia. Con un grazie. A tutte le persone che stamattina mi hanno fermato, incoraggiato, chiesto notizie.. Grazie a chi andrà a cercarlo e cercherà con me la verità. Con un grazie al Poliambulatorio Veterinario di Arma, contattato sabato sera. Nell’aiuto del quale confidiamo ancora qualora Lollo venisse avvistato o portato da loro.

Lollo (anche se non sappiamo quale sia il suo vero nome) é (e non vogliamo dire era) il tipico gatto del vicinato. Arrivato in zona quasi quattro anni fa, inquieto e insofferente della vita domestica e delle porte chiuse in poco tempo era diventato il “Romeo” di via Volta, Corso Garibaldi, via Pallavicino. Nonostante i tentativi della sua prima mamma umana per riuscire a limitare le sue fughe.. Gattine, risse furibonde, miagolii disperati per attirare l’attenzione se la fame lo assaliva, e da sotto una macchina, o sdraiato in un cortile a prendere il sole ti riconosceva.. E una gara di solidarietà tra negozianti e abitanti per dargli il necessario.. Chissà quante famiglie aveva.. Dopo la prima! Ogni tanto stava via per mesi.. Per poi tornare allegro e pasciuto o scheletrico e affamato. Nelle sue strade. Dopo l'”ultima vacanza” di quasi due mesi a “Nonsisadove” é tornato ieri nelle sue strade.. Pasciutissimo, ma picchiato o investito. Vinto.

E qui inizia il dramma:messo in un trasportino dall’operatore del 112 veterinario e da una volontaria della Lega del gatto che lo conosceva e nutriva.. Chiuso il trasportino con la massima cura.. All’interno dell’auto del 112 si perdono le sue tracce.. Ferito gravemente, si era addirittura lasciato mettere nel trasportino, risulta scappato davanti al Poliambulatorio di Arma.. Nonostante le lesioni visibili… Imprendibile! La telefonata che comunica la sua a dir poco incredibile sparizione, vista la cura con cui era stato messo nel mezzo arriva tardi, ed è a dir poco confusa:il trasportino (gattaiola bassa) chiuso e controllato, a sua volta inserito in un altro trasportino si sarebbe girato e capovolto.. Con il gatto gravemente ferito dentro.. Non posso immaginare il dolore.. La paura, l’orrore provato dal gatto.. Ma non solo: nonostante la presenza dei vetri nelle porte posteriori del furgone la belva sarebbe fuggita dopo un rocambolesco inseguimento.. Cosa rimane? Infinite telefonate per capire chi lo avesse preso, cosa fosse successo.

E la disperazione di aver probabilmente mandato a morire un gatto che chiedeva aiuto. Un gatto che doveva essere salvato. Dopo chissà che colpi all’interno del furgone.. Dentro un trasportino di metallo. Io sono la gattara che pensava di salvarlo affidandolo ai servizi del 112 veterinario. E invece.. Se avessi immaginato…. In settimana cercheremo risposte presso gli enti preposti:come può il pronto soccorso veterinario far passare un’esperienza del genere ad un gatto totalmente inerme? Ma nel frattempo gli amici di Lollo /Lolù di Via Volta, C. so Garibaldi, Via Pallavicino fanno un appello: nella speranza che il gatto sia scappato, e che sia nelle vicinanze del Poliambulatorio di Arma, qualora qualcuno lo veda, che per piacere contatti la Redazione. Lollo è un soriano con tanto pelo bianco. Ha una zampa fuori dalla sede… Ha dolore, fame, sete e paura. Chiamato risponde miagolando. Lo chiediamo anche ai medici del Poliambulatorio.. Il gatto soffre e potrebbe essere in zona. E chiediamo, e chiederemo agli enti competenti come possa un gatto ferito essere trasportato senza cura, e perso nell’indifferenza più totale Chi si fa carico di un animale ferito ne è responsabile.

Anche gli animali soffrono. E sono indifesi. Ieri e oggi siamo andati a cercarlo. Siamo in 6. Di notte, con le pile. Sotto il diluvio E di nuovo stamattina Disperiamo di ritrovarlo.. Ma glielo devo. Glielo dobbiamo. Per la sua allegria. Per la sua voglia di vivere. Perché anche se non aveva una casa é nel cuore di noi tutti. Lo ho condannato senza saperlo. E ringrazio chi lo ha intravisto per strada poche volte, ma si è mobilitato

La storia di Lollo. Che finisce con un appello. E che finisce banalmente con un Grazie. Perché la vita di un gatto di strada sembra banale. Ma può far breccia nel cuore di tante persone. Che preghiamo non si ripeta mai più. Perché gli animali come le persone soffrono, e nella sofferenza si riconoscono. E, fragili, indifesi e feriti hanno diritto ad essere tutelati dagli enti preposti alla loro cura».