Sanremo, il Comune sotto l’assedio delle cause risarcitorie. Rischia di rimetterci tre milioni di euro

20 novembre 2019 | 12:18
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Sanremo, il Comune sotto l’assedio delle cause risarcitorie. Rischia di rimetterci tre milioni di euro

L’impietoso conto dei processi civili in cui è coinvolto l’ente locale

Sanremo. E’ pari a una media di 160 mila euro l’anno la spesa che Palazzo Bellevue si trova a dover affrontare, guardando al periodo di riferimento 2013-2017, per risarcire privati cittadini o imprese che intentano causa al Comune. Il dato, in costante crescita e che solo l’anno scorso ha toccato quota 1 milione e 231 mila euro, emerge dalla relazione integrativa al bilancio, materia di discussione di uno dei prossimi consigli comunali. Una bella somma quella che l’amministrazione comunale deve impegnare nel cosiddetto fondo rischi e che, di conseguenza, viene sottratta ai servizi o alle opere pubbliche di interesse generale.

Il più delle cause che hanno avuto un esito sfavorevole nei primi gradi di giudizio o che vedranno, con alte probabilità, il processo arrivare a sentenza definitiva di condanna nei confronti del municipio, sono state intentate per danni provocati dal pubblico a immobili privati, per lavori pubblici sospesi senza opportune giustificazioni o per contestazioni nate su lavori portati a termine.

Guardando ai principali processi tuttora in piedi, se il Comune dovesse ipoteticamente essere condannato per ogni pretesa, il conto ammonterebbe a 2 milioni e 968 mila euro. Quasi tre milioni in totale che valgono quanto il restyling di Piazza Borea d’Olmo e i lavori di riqualificazione del Parco Alfano messi insieme. Due esempi presi non a caso, visto che Palazzo Bellevue rischia di dovere risarcimenti sia ai proprietari degli alloggi dello storico e omonimo palazzo di via Matteotti (263 mila euro per danni all’immobile) che all’Impresa Negro, la quale vanta più di 600 mila euro per ritardi nel pagamenti risalenti al primo progetto che, tra le altre cose, hanno provocato lo stop del cantiere per oltre un decennio.

All’indice delle cause pendenti fino al marzo 2019, ci sono anche quelle con Portosole, in lite con la società Amaie per oneri di depurazione non versati; con il Lido Foce che ha chiesto 65 mila euro di risarcimento per i danni provocati all’attività per lo scoppio della condotta fognaria avvenuta nella stagione passata; con altri cittadini, per danni causati da muri franati e non riparati, oppure danni agli immobili; e poi c’è il caso clamoroso della Fondazione Dante Alighieri che ha chiesto all’ente pubblico 713 mila euro per i danni provocati durante l’occupazione dei locali di via Escoffier a partire dal lontano 1963. Una cifra tale che ha convinto la giunta Biancheri a mettere sul piatto una proposta di acquisto dei locali attualmente utilizzati come sede del centro anziani Lina Lanteri.

Se poi si apre il capitolo delle risorse finanziarie che Palazzo Bellevue è costretto per legge ad accantonare per far fronte ai debiti delle proprie società partecipate, sono altre migliaia di euro che fioccano. Per Riviera Trasporti sono stati stanziati 137 mila euro, mentre altri mille e settecento riguardano le perdite della società di promozione dell’università di Imperia. Per quanto concerne invece i crediti di dubbia esigibilità, ovvero quei crediti che il Comune può vantare ma che probabilmente non saranno mai saldati da nessuno – tipo le contravvenzioni al codice della strada non pagate – le migliaia di euro moltiplicano fino ad arrivare all’unità di misura successiva: i milioni.