Ragazzo cade a Imperia, l’Asd Capoeira Sanremo: «Non faceva parkour, è uno sport per mettere il proprio corpo in sicurezza e non il contrario»

9 novembre 2019 | 19:02
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Ragazzo cade a Imperia, l’Asd Capoeira Sanremo: «Non faceva parkour, è uno sport per mettere il proprio corpo in sicurezza e non il contrario»

«Il parkour è amore per la vita e rispetto delle regole. Al ragazzo che è ricoverato e ai suoi genitori facciamo gli auguri di pronto guarigione»

Imperia. L’associazione Asd Capoeira Sanremo, unico centro riconosciuto di parkour nella Provincia di Savona e di Imperia è veramente addolorata per ciò che ha accaduto al ragazzo saltando sul tetto della piscina di Imperia e allo stesso tempo ne prende le distanze: «Non sappiamo ciò che stesse facendo il ragazzo, se stesse emulando un super-eroe o volesse veramente praticare il parkour, ma sicuramente compiendo quel gesto non faceva parkour» – dice Mauro Ridolfi, presidente dell’Associazione Asd Capoeira Sanremo.

Dice Giuseppe Morgante, insegnante di parkour dell’associazione: «Il ragazzo non stava facendo Parkour, perché non sta seguendo un metodo. Il parkour è uno sport codificato con un insegnamento a 360°. Un bambino che pratica parkour impara una tecnica partendo a fare piccole capriole, rotolamenti, volteggi, a coordinare il proprio corpo che prepara il corpo di un atleta non solo per i propri meeting sportivi ma anche per altri sport agonistici. Nel nostro centro vengono bambini che sono iscritti allo snowboard club come giovani che fanno arrampicata e da noi migliorano le proprie discipline.

Ci vuole un metodo e seguire il proprio insegnante. Il parkour ha molta spiritualità che porta l’allievo a sentire il proprio corpo quando è in grado di affrontare un percorso ed un ostacolo oppure no. Si insegna una tecnica ai bambini per mettere il proprio corpo in sicurezza e non il contrario».

Continua Mauro Ridolfi: «Il parkour, significa percorso, ha delle regole di ciò che si può fare ciò che non si può fare. La prima cosa che insegniamo ai giovani è di non andare a fare fuori dalla palestra attrezzata ciò che fanno nel centro sportivo con l’aiuto non solo delle attrezzature ma dell’insegnante che mette in sicurezza ogni movimento. Saltare su un materasso da acrobatica è completamente diverso che saltare sul cemento».

«Il parkour è amore per la vita e rispetto delle regole. Gli ostacoli e gli esercizi che si fanno nel Centro Parkour di Sanremo son atti a sviluppare sicurezza in sé stessi e agilità saltando cavalline e atterrando su materassi morbidi e sui tatami. Saltare da un tetto all’altro è esattamente ciò che non viene insegnato mai – dice Giuseppe Morgante – la prima cosa che diciamo ai giovani e ai genitori dei bambini è di non andare a praticare il parkour fuori all’aperto e quando ciò avviene deve avvenire insieme al proprio insegnante e in luoghi adeguati, come eventi sportivi di parkour stesso che durante si svolgono in tutto il mondo.

Al ragazzo che è ricoverato e ai suoi genitori facciamo gli auguri di pronto guarigione e se veramente il ragazzo ha amore per questa disciplina, che ripetiamo è una disciplina sportiva, invitiamo i suoi genitori e lui a visionare il nostro centro sportivo e se i genitori lo riterranno il posto adeguato per loro figlio saremo felici di offrire a lui il corso per un anno accademico intero, perché sicuramente un ragazzo che si lancia su un tetto ha bisogno di molta attenzione e molta disciplina».

Conclude Mauro Ridolfi: «Vorrei chiarire che ogni qualvolta una persona di lancia da un binario all’altro o si lancia su un tetto o da un tetto all’altro, dobbiamo stare attenti ad utilizzare l’etichetta parkour. Abbiamo quasi 60 allievi di parkour e non abbiamo mai avuto un bambino o un ragazzino che ha mai compiuto questi gesti ma che si allenano duramente ore e ore a settimana per raggiungere alti livelli atletici per diversi a praticare il proprio sport, perché il parkour è uno sport, una disciplina».