Pieve di Teco, Pieve Bene Comune: «Regolamenti di polizia urbana e locale dannosi e improponibili»

20 novembre 2019 | 12:18
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Pieve di Teco, Pieve Bene Comune: «Regolamenti di polizia urbana e locale dannosi e improponibili»

«Ci batteremo per la revoca di tutte le assurdità approvate dalla maggioranza»

Pieve di Teco. «Il Consiglio comunale ha di recente approvato i regolamenti di polizia urbana e polizia locale. Senza alcuna polemica avevamo chiesto di sospenderne l’approvazione perché sbagliati e improponibili. Purtroppo non ci hanno ascoltato, salvo istituire, dopo, una commissione per eventuali modifiche! Tutto al contrario. Ci batteremo per la revoca di tutte le assurdità approvate dalla maggioranza» – fa sapere Renzo Brunengo, Franco Roggero, Camilla Molinari di Pieve Bene Comune.

«L’elenco delle imposizioni non risparmia nessuno. Alcuni esempi: Qualunque guasto o rottura del pavimento sotto i portici dovrà essere riparato dai proprietari degli immobili. Così anche per l’illuminazione. Le guide turistiche dovranno chiedere una autorizzazione “sulla quale verranno indicati quali siano i musei, i monumenti ed i luoghi che le guide sono autorizzate ad illustrare”.

Gli esercizi pubblici dovranno assicurare che suoni e rumori non siano udibili dall’esterno. Per posizionare vasi di fiori ci vorrà l’autorizzazione. Per la legna c’è il divieto di accatastarla a meno di 10 metri dagli edifici. Poi ci sono prescrizioni anche sulle proprietà private e riferimenti insensati ai Comuni di Cervo, Diano Castello e Villa Faraldi. Poveri noi! Basta gabelle, basta burocrazia!

Pieve ha urgente bisogno di essere amministrata bene, e di farla rivivere. Bisogna agevolare la vita dei cittadini e degli ospiti, non complicarla. Ci vuole concretezza, e azioni efficaci. Abbiamo la fortuna di vivere in un centro storico riconosciuto di interesse regionale e non si fa nulla per valorizzarlo e promuoverlo. Sarebbe una ricchezza per tutti con la rivalutazione del patrimonio edilizio e con nuove opportunità di lavoro. Assistiamo invece, giorno dopo giorno, solo a pensate scriteriate e, causa noncuranza, alla perdita di molti finanziamenti. Un vuoto che dura da anni, che paga il paese» – afferma Pieve Bene Comune.