L’armese Fabio Fognini si racconta a ‘Verissimo’ e svela: «Aspettiamo una femminuccia»

9 novembre 2019 | 21:45
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L’armese Fabio Fognini si racconta a ‘Verissimo’ e svela: «Aspettiamo una femminuccia»
L’armese Fabio Fognini si racconta a ‘Verissimo’ e svela: «Aspettiamo una femminuccia»
L’armese Fabio Fognini si racconta a ‘Verissimo’ e svela: «Aspettiamo una femminuccia»
L’armese Fabio Fognini si racconta a ‘Verissimo’ e svela: «Aspettiamo una femminuccia»

Il tennista di Arma di Taggia rivela aneddoti sulla sua vita, sulla sua carriera tennistica e sulla love story con Flavia Pennetta

Taggia. «Aspettiamo una femminuccia» – annuncia il tennista di Arma di Taggia, Fabio Fognini, nel pomeriggio durante la trasmissione televisiva ‘Verissimo’, in onda su Canale 5. L’armese ha infatti alzato una racchetta rosa per svelare a Silvia Toffanin, la conduttrice del rotocalco televisivoil sesso del secondo bambino che sta aspettando insieme alla moglie Flavia Pennetta.

Fognini ha poi ripercorso la sua vita e la sua carriera tennistica: «Ho iniziato all’età di 14-15 anni a giocare a tennis a Taggia. Il mio sport preferito è il calcio, ma a quell’età ho deciso di giocare a tennis perché è uno sport in cui se vinco è merito mio e se perdo è comunque colpa mia, è uno sport egoistico. Devo dire grazie alla mia famiglia che ha fatto tanti sacrifici per farmi giocare e sopratutto grazie al tennis che mi ha dato da vivere.

A Barcellona ho fatto quasi tutti gli step della mia vita, da quando avevo 18 anni fino alla nascita di mio figlio. La mamma mi ha spinto, papà invece è sempre stato duro con me, soprattutto quando perdevo. La mamma mi ha detto “se sei pronto e contento di fare questa esperienza prendi la valigia e vai”. Lei, che è innamorata della città, veniva spesso a controllarmi».

Fognini è considerato uno dei più grandi giocatori italiani nella storia del tennis, ha raccolto grandi risultati che lo hanno reso famoso, ma purtroppo è noto anche per perdere a volte le staffe in campo: «Il mio carattere mi ha penalizzato parecchio, però mi ha portato anche a raggiungere risultati che nessuno si sarebbe mai aspettato. Ogni tanto perdo le staffe, ma fuori dal campo sono molto tranquillo. Non so cosa mi succeda in quei momenti. Sento rabbia, sento un fuoco dentro e per pochi secondi non ragiono più e così perdo completamente la testa. Sono cose però che non si dovrebbero fare».

Vanta come miglior classifica ATP in singolare il 9º posto, raggiunto il 15 luglio 2019, che ne fa il terzo tennista del proprio paese, su un totale di quattro, a essere entrato nella top 10, unico ad aver realizzato l’impresa sia in singolare sia in doppio, anche se ora ne è uscito: «E’ bello avere dei ricambi. Adesso arrivano delle nuove leve. Auguro a Matteo Berrettini un in ‘bocca al lupo’ visto che esordisce con un giocatore abbastanza difficile. Da ‘collega vecchio’ è bello vedere giocatori giovani e bravi come lui. Più siamo meglio è. Ora nella top 100 siamo tanti italiani e va bene. Mi è dispiaciuto uscire dalla top 10, mi sono tirato la mazza sui piedi da solo. È stato merito mio entrarci e demerito mio uscirci. Ho sbagliato alcuni tornei importanti che non avrei dovuto sbagliare».

Ha raccontato aneddoti anche sulla sua storia d’amore con la moglie Flavia Pennetta, che da collega e amica è diventata la sua compagna di vita, con la quale nel 2017 ha avuto il primo figlio, Federico, e ora è in attesa di una bimba: «E’ nato tutto casualmente. Io dai 18 ai 27 anni ho avuto allenatori spagnoli, ci allenavamo insieme in Spagna, eravamo amici, ognuno aveva una sua vita ma all’improvviso è nato l’amore. Inizialmente le chiedevo solo consigli sullo sport che amavamo entrambi, ma poi è nata la scintilla. La proposta di matrimonio l’ho fatta a Barcellona. Poi è arrivato Federico, facendomi diventare papà e sempre a Barcellona ho scoperto di diventarlo per la seconda volta. Sarà una femminuccia. Non abbiamo ancora deciso il nome ma sicuramente inizierà con la F, come tutti noi in famiglia. È un obbligo, se no mio papà si arrabbia. Abbiamo in mente qualche nome, ma non abbiamo ancora deciso. Speriamo che vada tutto bene, questa è la cosa più importante».

Fognini è un campione di tennis ma non augura un futuro da tennista a suo figlio Federico: «Deve fare quello che vuole, studiare o fare lo sport che desidera, ma nel tennis si soffre troppo perché è molto emotivo. Poi, sei sempre solo. C’è lo staff, c’è il coach, ma di fatto sei solo e lontano dagli amici e dalla famiglia. È uno sport bellissimo e difficilissimo e bisogna fare tanti sacrifici. Deciderà lui, ma io da papà la racchetta dalla mano gliela vorrei togliere».