Imperia, Giraffa a Rotelle: «Disabile costretto a elemosinare per avere un diritto»

17 novembre 2019 | 13:58
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Imperia, Giraffa a Rotelle: «Disabile costretto a elemosinare per avere un diritto»

«Dopo più di un’ora al freddo, umiliati, tristi, con tutto il peso dell’handicap che la società ti mette in evidenza ti chiedi: perché tanto dolore, bastava una pedana provvisoria e sarebbe stato un giorno di festa per tutti!»

Imperia. L’associazione la Giraffa a Rotelle si esprime in merito all’open day che si è svolto ieri nel comune del capoluogo.

«”Elemosinare” per avere un diritto! È quello che è successo a Matteo, ragazzo in sedia a rotelle, nella città in cui vive, Imperia, la città in cui paga le tasse ma che non sente come “sua” poiché una città che ti esclude dalla vita sociale volontariamente, non puoi sentirla come tua. Primo Open day, nel Municipio di Imperia si è svolta un’intera giornata di festa e cultura, “un momento di aggregazione” come la stessa Amministrazione lo definisce.

Qualche giorno prima chiediamo l’istallazione di una pedana provvisoria per potervi accedere, sei scalini impediscono alle persone in sedia a rotelle di arrivare agli ascensori. Anche Matteo e la sua mamma decidono di partecipare all’ Open day con gli amici ma purtroppo quei sei scalini non hanno una pedana. L’usciere fa passare Matteo da un entrata secondaria (detta per disabili) ma la pendenza di questa entrata è troppo ripida, troppo difficile e pericolosa, la mamma decide di provare a chiamare i vigili urbani che quando arrivano, vista la pericolosità che crea la pendenza, si rifiutano di spingere il ragazzo.

Tornati all’entrata principale, viene proposto di far salire Matteo su per le scale tenuto da quattro persone, come fosse un sacco di patate. Ma lui ha paura, non vuole, non riuscendo a controllare lo spazio che lo circonda non si sente sicuro e vuole avere la sua autonomia. Purtroppo dopo più di un’ora al freddo, umiliati, tristi, con tutto il peso dell’handicap che la società ti mette in evidenza ti ritrovi in macchina con le gambe che tremano dal dispiacere per tuo figlio e ti chiedi: perché tanto dolore, bastava una pedana provvisoria e sarebbe stato un giorno di festa per tutti!».