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Politica
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Il sindaco di Diano Marina Giacomo Chiappori non le manda a dire: dal Palacongressi al rapporto con la Lega di Salvini

23 novembre 2019 | 14:30
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Intervista a 360 gradi con il primo cittadino della Città degli Aranci

Il sindaco di Diano Marina, l’onorevole Giacomo Chiappori, ospite nei nostri studi parla a 360 gradi delle opere messe in cantiere dalla sua amministrazione, a cominciare dal Palacongressi, di politica turistica, del nodo Rivieracqua, ma anche del rapporto col vicino di casa, il primo cittadino di Imperia Claudio Scajola e della sua militanza nella Lega, partito che lo annovera tra i primi militanti agli albori del fenomeno, fino alla attuale svolta nazionalista del Carroccio di Matteo Salvini che non lo convince del tutto.

«Un buon amministratore deve avere della fantasia e non vivere nel nulla –commenta Chiappori  a proposito del Palcongressi- Abbiamo, quindi pensato a questa novità. Non si tratta di migliaia di metri cubi di cemento. Sarà una struttura leggera, al piano superiore ci saranno panchine, giardini dai quali poter ammirare la bellezza di Diano. Di sotto 800 punti a sedere. Abbiamo già contattato norvegesi, danesi, tedeschi, i biker, allo scopo di ospitare congressi. Stiamo, dunque, già vendendo il prodotto Sarà qualcosa di più rispetto a quello che Diano marina rappresenta già a livello turistico».

I numeri danno già ragione, in quanto a presenze a Diano… «Mi fa piacere dirlo, ma mi fa piacere anche parlare del santuario dei cetacei, della Ciclabile che cercheremo di completare insieme a Imperia. In questo momento difficile Diano continua a fare numeri importanti che sollevano anche le sorti di questa provincia. Abbiamo anche deciso di poter destinare una parte della tassa di soggiorno devolverla per una programmazione provinciale, dalle cittadine costiere all’entroterra», afferma il primo cittadino della città degli aranci.

Ai turisti, però, sia a quelli delle seconde case che agli ospiti degli alberghi bisogna anche garantire l’acqua in casa. Come la vede la situazione di Rivieracqua?

«È verissimo – non capisco –risponde Giacomo Chiapporiquelli che chiacchierano a vanvera. I soldi che si impegnano da una parte non si possono spendere dall’altra. Noi non emettiamo più bollette idriche , abbiamo un capitolo chiuso. Ogni tanto salta qualche tubo in posti che conosciamo. Ho chiesto un contributo alla Regione che ha autorizzato la spesa di 2 milioni per poter fare un tubo da Diano Marina fino a Imperia. Li prenderà Imperia per fare l’allaccio, se fino alla galleria di capo Berta mancherebbero ancora un milione e mezzo per arrivare a Diano. Se Rivieracqua mi garantisce il rientro, Diano ha ancora la possibilità di investire un milione, il resto sono disponibili a versarlo gli altri comuni del Golfo. E non importa se la società versa in una situazione fallimentare. Rivieracqua Doveva essere partecipata da tutti i comuni e ciò non è avvenuto. Devo dire che questo è lo stato delle banane, dove tutto è possibile, poi non è possibile. Spero che il commissario rimetta a posto le cose facendo si chi ha fatto il furbetto fino adesso non lo faccia più».

Come è il suo rapporto col sindaco di Imperia Claudio Scajola? «Devo dire buono… il mio. Poi lui non lo so, perché io ogni tanto gli dico qualcosa che so che non gli fa piacere. Io non sono uno dei tanti che gli dicono sempre di sì, io mi confronto. Ma con lui abbiamo parlato di Ciclabile, lui avrebbe indire conferenza una Conferenza di servizi che non ha ancora fatto. Sono d’accordo anche col trenino su gomma, per favorire lo scambio tra Imperia e Diano. Io non ho un cattivo rapporto. Non avendo partecipato alle elezioni di Imperia, rimanendo neutrale, forse, una mano a Claudio glielo ho data. Ogni tanto contrariamente a qualcun altro gli dico quello che penso».

Lega per tutta la vita, onorevole?  «Con mio nonno, grande comunista facevo questo discorso. Ma oggi dico, mai tutta la vita. Io cambio, se mi va cambio. L’uomo può cambiare idea. La mia Lega parlava di cose impegnative, aveva dentro il cuore, un ragionamento che voleva trasformare la Repubblica in una Confederazione, col motto “padroni a casa nostra”. Oggi c’è questa battuta di orgoglio italiano. L’Italia è una, unica ma nelle differenze. Qui si lamentiamo degli immigrati, il malgoverno del Sud ci costa molto di più. Dobbiamo mettere a posto prima le cose in casa nostra. Io sono stato un padre fondatore della Lega, anche tra di noi facciamo discussioni. Se ritorniamo a parlare di autonomie regionali, dico che andiamo indietro. Qualche piccolo mal di pancia credo che ci possa essere»

E per le Regionali? «E’ un altro discorso come per Imperia e anche Sanremo. Biancheri ha vinto ma non poteva non vincere. Una volta c’era un filo politico, degli incontri. Adesso ti dicono dice abbiamo deciso e non si sa nemmeno chi decide. Poi io sono da Jurassik Park…».

  (video e montaggio Jacopo Gugliotta)