Il caso di Martina Rossi in appello ed è corsa contro il tempo: solo 3 giorni per evitare la prescrizione

28 novembre 2019 | 07:46
Share0
Il caso di Martina Rossi in appello ed è corsa contro il tempo: solo 3 giorni per evitare  la prescrizione
Il caso di Martina Rossi in appello ed è corsa contro il tempo: solo 3 giorni per evitare  la prescrizione
Il caso di Martina Rossi in appello ed è corsa contro il tempo: solo 3 giorni per evitare  la prescrizione
Il caso di Martina Rossi in appello ed è corsa contro il tempo: solo 3 giorni per evitare  la prescrizione
Il caso di Martina Rossi in appello ed è corsa contro il tempo: solo 3 giorni per evitare  la prescrizione
Il caso di Martina Rossi in appello ed è corsa contro il tempo: solo 3 giorni per evitare  la prescrizione

I genitori Bruno e Franca i a “Chi l’ha visto?” hanno mostrato l’ultima foto della ragazza prima di morire

Imperia. Morte di Martina Rossi, rischia di cadere in prescrizione la condanna inflitta in primo grado ai due giovani, Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi di Castiglion Fibocchi in provincia di Arezzo a 6 anni di reclusione: tre per la morte in conseguenza di un altro reato e tre per tentata violenza sessuale di gruppo.

Del caso se ne è occupata ieri sera la trasmissione “Chi l’ha visto?” di Rai 3 alla vigilia dell’inizio del processo di appello. Il reato di morte in conseguenza di altro reato sta, infatti, per prescriversi: la sentenza deve arrivare entro 3 giorni lavorativi dall’inizio delle udienze.

Secondo il verdetto di primo grado la ventenne che studiava a Genova, ma che cresciuta insieme ai genitori a Imperia, quel 3 agosto 2011 precipitò dal sesto piano della camera di un hotel di Palma di Maiorca nel tentativo di sfuggire a una violenza.

Sono state mostrate dalla madre Franca l’ultima foto di Martina scattata nel pomeriggio sulla spiaggia intenta a spalmarsi la crema protettiva e altre scatti inediti in cui si notano i segni sul corpo in particolare graffi ai fianchi, ecchimosi a uno stinco e a un polso.

Bruno e Franca Rossi hanno ricordato la loro figliola dicendo che nessuna sentenza potrà mai riportarla in vita e hanno ribadito con forza: «Martina non aveva alcun motivo di togliersi la vita era solare ed allegra e non c’erano assolutamente dissidi tra di noi come sostenuto dalle difese dei due ragazzi».

Le autorità spagnole liquidarono l’accaduto come suicidio dopo aver aggredito senza motivo  Albertoni e Vanneschi che che si trovavano con lei nella stanza.