Addio all’acqua pubblica, sì ai privati in Rivieracqua. Biancheri: «Passo indietro doloroso»
Questa mattina l’assemblea dei sindaci alla presenza del commissario Gaia Checchucci
Sanremo. Ce la faranno gli amministratori pubblici della provincia di Imperia a salvare Rivieracqua dal tracollo prima dell’udienza pre-fallimentare fissata per il 20 dicembre? Stando alle dichiarazioni del sindaco Alberto Biancheri, rilasciate al termine dell’assemblea dei sindaci a nome di tutti i partecipanti, la quale si è tenuta questa mattina a Palazzo Bellevue, sembrerebbe di si, ma a determinate condizioni. La prima, e imprescindibile, è l’ingresso di soci privati nella società “bandiera” dell’acqua pubblica.
La relazione del commissario dell’Ato Gaia Checcucci è bastata a serrare le fila e indurre i sindaci (presenti in 34 su 66) alla decisione presa all’unanimita che in estrema sintesi consiste nel dare mandato allo stesso commissario e al Cda, di portare avanti la modifica del modello gestionale in house in maniera che venga garantito l’apporto di capitali privati da individuare tramite gara per una quota minima del 30 e fino a un massimo del 49 per cento.
«Abbiamo sempre difeso il concetto dell’acqua pubblica e ci troviamo oggi a fare un passo indietro doloroso, ha detto Biancheri. Questo passaggio a una società mista per azioni deve essere supportato da altri step, primo dei quali l’ingresso in Rivieracqua dei Comuni che a oggi non sono ancora nella compagine sociale. Due, chiedere ad Amat e, di conseguenza, al Comune di Imperia, di ritirare l’istanza di fallimento».
«Questa mattina si è dimostrato che noi sindaci non siamo colpevoli di nulla. Ci sono stati proposti dei pacchetti votati dai funzionari e se siamo arrivati a questo punto è perché siamo stati da loro mal consigliati. Il commissario ci ha promesso che andrà a individuare le colpe e si impegnerà per far entrare i Comuni tuttora assenti», ha aggiunto Giacomo Chiappori, primo cittadino di Diano Marina e presidente del comitato tecnico.
Cosa accadrà, quindi, a cambio dell’asset societario portato a termine? A spiegarlo è stato il presidente del consiglio d’amministrazione Gianalberto Mangiante: «Nulla vieta che la nuova società possa orientarsi alla ricerca di profitti, ma essi dovranno essere stabiliti dall’introduzione della tariffa unica provinciale, il cui meccanismo di funzionamento è definito dalla legge. Le bollette dei cittadini sono destinate a livellarsi: ci saranno comuni nei quali saliranno e altri dove è possibile prevedere un decremento».
Nota di cronaca. Al termine della conferenza stampa nessun sindaco ha voluto rilasciare videointerviste.