Le elezioni regionali in Umbria rilanciano il centrodestra a trazione leghista, le reazioni dall’Imperiese guardando al 2020

28 ottobre 2019 | 15:33
Share0
Le elezioni regionali in Umbria rilanciano il centrodestra a trazione leghista, le reazioni dall’Imperiese guardando al 2020

Il commento della politica locale in prospettiva rinnovo del consiglio regionale

Imperia. Il risultato delle elezioni regionali in Umbria potrebbe rappresentare un vero terremoto capace di far morire sul nascere l’alleanza PD-M5S in vista delle elezioni regionali del 2020 che si terranno prima in Emilia Romagna, poi in Calabria e, infine, nella nostra Liguria. Una debacle, sopratutto quella grillina, che peggio non ci si poteva aspettare. Che ripercussioni potrà avere questo voto sulle alleanze future? Lo abbiamo chiesto ai principali esponenti della politica imperiese.

Un dato su tutti ben rappresenta la situazione: la sola Lega di Salvini totalizza sostanzialmente tanti voti quanti ne hanno presi insieme Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Parola allora al leghista Alessandro Piana, presidente del consiglio regionale ligure, che ovviamente esulta: «Questa mattina non poteva esserci risveglio più piacevole. Sono stati confermati i risultati della percezione che avevano i nostri militanti sul territorio. E’ stata una vittoria schiacciante della candidata presidente, in una regione “rossa” da 50 anni. Segno che il messaggio di Salvini è passato. 

E’ chiaro che guardando alle regionali in Liguria, aumenta per la Lega la difficoltà di confermare al nord le percentuali dell’umbre. Un po’ di ansia è salita, ma tutta positiva. Questo risultato rafforza l’idea di coalizione, anche se la ricandidatura di Toti non è mai stata messa in dubbio. In ultimo, mi pare evidente come l’asse 5Stelle-Pd a livello regionale non regga. Ora la speranza che il governo cada da qui a un anno si fa più forte».

Segue tra coloro che questa mattina si sono svegliati con il sorriso in bocca Gianni Berrino di Fratelli d’Italia, il cui partito è in crescita costante e che proprio in Umbria ha dimostrato di valere due volte Forza Italia: «Si è dimostrato quello che andiamo a dire alla gente dalla manifestazione di settembre a Roma. Questo è un governo – continua l’assessore regionale –  che non c’entra niente con la volontà degli elettori e non è mettendo insieme due partiti con tanti voti che se ne fa uno vincente. Sono particolarmente fiero di quanto fatto dal centrodestra, alla sua prima vittoria in Regione Umbria e di Fratelli d’Italia: unico partito che è cresciuto guadagnando 13 mila voti e che, altra prima volta, ha superato il 10% alle regionali».

gianni berrino

Per Forza Italia a parlare è il capogruppo in consiglio comunale a Sanremo Simone Baggioli«Mi complimento con la Lega che ha fatto un risultatone ed è riuscita ad aggregare un numero inimmaginabile di voti. Sono altresì contento della debacle del PD e del M5S: una conseguenza diretta della comprensione che hanno avuto gli italiani di quello che dicono dai banchi del governo.

Riguardo a Forza Italia, è chiaro che c’è da lavorare tanto. Ci vuole una nuova visione. Sono convinto che l’onorevole Mulè, dietro l’indicazione del presidente Berlusconi, saprà indicare la giusta strada. Un tavolo urgente del partito sarebbe importante anche per la provincia di Imperia che è rimasta senza coordinamento provinciale, dopo il passaggio del commissario Marco Scajola nel movimento “Cambiamo!”. Movimento che per ora vale lo 0, stando ai sondaggi».

Simone Baggioli

Il primo ad ammettere sportivamente la sconfitta è il segretario provinciale del Dem Pietro Mannoni: «Inutile negare che sia andata male. Bisogna capire se le elezioni regionali in Umbria hanno più o meno una valenza di giudizio su ciò che è accaduto nei territori. Oltre al giudizio negativo sulla giunta uscente, sono dell’idea che su questo voto abbia influito molto la situazione locale. C’è poi un altro tema che non va ignorato più carattere nazionale: si è trattato del primo passaggio elettorale dell’alleanza tra il PD e M5S. Si può dire che probabilmente qualcosa va rivisto, ma per farlo ci vorrebbero più elezioni da valutare. L’Umbria è una regione piccola che non non fa statistica. Fatto sta che non si può negare che il risultato sia stato deludente.

Il dato positivo per il PD è che siamo un partito con un riscontro elettorale importante, sicuramente perno di questa alleanza progressista di centrosinistra. Per la Liguria servono candidature valide, a partire dal presidente e un approfondimento sui temi».

In attesa di conoscere il commento di un referente del Movimento 5 Stelle (qui l’intervista all’onorevole Leda Volpi) – Maria Nella Ponte, consigliera comunale di Imperia, affiderà la sua opinione a una nota stampa -, dal mondo sei social i primi commenti a caldo arrivano dall’ex presidente della Provincia Fabio Natta: «Salvini piace, c’è poco da fare. Piace, nonostante i quarantanove milioni, le spie russe, i culi del papetee, le sue madonne e il suo perenne e sorridente fancazzismo. Piace, come un tempo piaceva Mike Bongiorno, forse perché a gran parte di noi piace il mediocre, perché ci fa sentire più all’altezza. Ma il fatto che piaccia non basta per vincere. Piace, e vince, perché non ha un avversario per cui l’altra metà del cielo possa tifare. Con le attuali regole del gioco, serve trovare un avversario. Uno che piaccia di più e che, senza farsene accorgere troppo, sia migliore di noi».

E dal sindaco di Imperia Claudio Scajola«Ha stravinto la destra sovranista. Il centro è evaporato. I cinque stelle sono avviati al tracollo. Ma … il film non è finito!».

Per concludere un opinione squisitamente tecnica l’abbiamo chiesta anche a Paolo Ghibaudo di OpiMedia Consulting«Ci sono differenze oggettive tra le dinamiche delle elezioni regionali e quelle politiche oppure europee, spiega l’esperto di strategia politica. E’ giusto e opportuno sottolinearlo. In Umbria, non pare esservi stato un problema di candidato per il centrosinistra, perché Bianconi ha avuto un discreto successo personale e non è mai apparso inadeguato. In realtà, gli elementi che hanno determinato il risultato, come sempre in questi casi, sono più di uno: sicuramente i fatti regionali umbri recenti e non, sicuramente l’influenza degli accadimenti nazionali. Quanto uno e quanto l’altro è oggettivamente difficile, se non impossibile, stabilirlo.

Di certo, i dati confermano quanto era ragionevole prevedere, ovvero che l’alleanza tra PD e M5S non solo non conduce alla somma dei consensi ma ne fa perdere molti per strada. Circa un elettore su tre del M5S- PD,  in caso di alleanza voterà altrove o spesso non voterà affatto.

Questo è il vero dilemma sia per il PD, incapace di raggiungere percentuali autonome che si avvicinino al 30%, sia per il M5S partito in grandissima crisi esistenziale e vicino ad un potenziale collasso, qualora le gerarchie interne non reggessero.

Ecco allora che tutte le potenziali proposte alternative al centrodestra, si trovano in una situazione di “blocco” molto complicata: se si alleano perdono voti, se non si alleano non hanno significative chance di vittoria.  E’ uno scenario che si ripropone anche in Liguria, con un presidente uscente che appare ben posizionato e capace di compattare, anche in ottica di una probabile vittoria, un centrodestra unitario».