Sanremo, al Festival degli Chef 2019 debuttano le donne: «La ristorazione? Un mondo maschilista che non ci fa paura»
A ottobre Silvia Moro e Daniela Sansone si sfideranno per contendersi insieme ad altri sei cuochi provenienti da ogni parte d’Italia la gara culinaria
Sanremo. Cucinare (bene) è cosa da duri, ed è per questo che le donne ai fornelli ci stanno benissimo. E se la tv pullula di uomini chef, nel mondo della ristorazione ci sono donne chef nate ben prima di Davide Oldani o Antonino Cannavacciuolo e hanno stelle Michelin da molti più anni di Carlo Cracco. Purtroppo però il pubblico le conosce poco.
Ma come dichiarò in un’intervista Joe Bastianich, «questo mondo è fortemente maschilista, la vera cucina, però, rimane quella delle donne. Cucinano per nutrire, hanno l’ospitalità nel dna, nessuno chef uomo potrà mai fare altrettanto».
Con lo spietato giudice di Masterchef concordano Silvia Moro e Daniela Sansone, le due quote rosa che venerdì 4 ottobre si sfideranno in diretta dal Casinò per contendersi insieme ad altri sei cuochi provenienti da ogni parte d’Italia la terza edizione del Festival degli Chef di Sanremo On.
«Nella ristorazione, come in ogni altro settore, non dovrebbero esistere distinzioni fra uomini e donne – dice Silvia, trent’anni, anima della cucina dello storico locale di famiglia, l’Hotel Aldo Moro a Montagnana –. Noi non abbiamo nulla di meno e del resto nell’immaginario classico sono le donne le regine dei fornelli. Pensiamo alla famiglia tradizionale dove al pranzo della domenica viene spontaneo associare la figura della nonna o della madre».
La chef padovana è fortemente legata alla tradizione. Un concetto che costituisce anche l’elemento segreto delle sue ricette. «Propongo una cucina creativa che non dimentica la storia e il territorio dove nasce. Anzi, sono proprio i piatti classici i miei cavalli di battaglia, come la gallina padovana che porterò a Sanremo». Per la sfida nella Città dei Fiori la chef o meglio la «cuoca» – come semplicemente vuole essere definita – preparerà una ricetta tipica della tradizione enogastronomica veneta che affiancherà a un’insalata di erbette aromatiche. «Non possono assolutamente mancare nei miei piatti – confida –. È un retaggio della mia formazione. Tappa fondamentale del mio percorso è stata infatti da Piazza Duomo ad Alba dove Enrico Crippa, oltre all’impronta di Gualtiero Marchesi, mi ha trasmesso l’amore per una cucina ispirata alla natura».
E la natura, la spontaneità dei suoi frutti e la loro genuinità è ciò contraddistingue l’estro culinario dell’altra donna in gara al Festival degli Chef. Trentasei anni, originaria di Vallo della Lucania, in Cilento, Daniela Sansone non può fare a meno di far rivivere la sua terra in ogni piatto che crea. «La mia cucina recupera dalla memoria orale le più antiche ricette cilentane – racconta –. Uso solo ingredienti semplici, i più naturali possibili, come la frutta e la verdura del mio orto e l’olio del mio oliveto».
Per Daniela, “capo brigata” dell’Agriturismo Villa Marchesa a Castelnuovo, essere chef vuol dire recuperare i sapori millenari di una civiltà contadina in via di estinzione. «Mi hanno insegnato a cucinare i miei nonni, grandi coltivatori della terra. La mia attività è come continuare la loro e loro è la ricetta che presenterò al Festival». Al match culinario sanremese la chef farà un omaggio al suo amato Sud. In un trionfo di prodotti Slow Food, «preparerò una cicoria con erbe spontanee di campo accompagnata da una vellutata di fagioli di Controne. Darò una struttura al piatto con del pane casereccio fatto con lievito madre e grani antichi e profumerò il tutto con un’alice di Menaica. Non mancherà il pomodorino giallo di Rosano glassato con fichi bianchi del Cilento. Banditi invece sale e zuccheri aggiunti: i sapori saranno dati unicamente dalle materie prime impiegate di cui sfrutterò ogni proprietà».
Per la sfida, dove a giudicarla saranno due giganti della cucina italiana, Carlo Cracco e Maurizio Santin, Daniela si sta allenando tenacemente. «Sono carichissima. Cucinare per chef così importanti sarà un onore, un’occasione che non potevo lasciarmi scappare. L’emozione c’è ma non ho paura: il mondo della ristorazione è dominato dagli uomini, credo per una questione di prestazione fisica, per fare questo mestiere ci vuole tanta energia, ma noi donne siamo brave altrettanto quanto loro, forse anche di più».