IVA al 22% retroattiva per lezioni di guida e teoria. Autoscuole della provincia di Imperia tutte in sciopero






Ad inizio 2018 un gruppo di autoscuole tedesche aveva presentato un esposto alla Corte Europea
Sanremo. La stragrande maggioranza delle autoscuole italiane oggi è chiusa per sciopero. E nella provincia, su di una quindicina di attività, si registra l’adesione totale. I titolari e i dipendenti incrociano le braccia per per protestare contro la decisione europea , recepita dall’Italia, di far pagare l’IVA in maniera retroattiva agli allievi dei corsi, sia di teoria che di pratica.
Questo tipo di imposta (al 22%) in passato non era mai stata fatto pagare agli aspiranti patentati, perché non gravava sulle prestazioni didattiche. Ma ad inizio 2018 un gruppo di autoscuole tedesche (che l’IVA l’hanno sempre fatta pagare) aveva presentato un esposto, alla Corte Europea, atto a sottolineare la condizione (a loro dire) di concorrenza sleale dei loro colleghi italiani.
L’organismo internazionale ha accolto il ricorso nel luglio del 2018 e nel marzo 2019 ha emesso la sentenza nella quale si impone all’Italia di adeguarsi alle normative europea sull’IVA.
Nel belapaese la legge è entrata in vigore il 2 settembre del 2019, al termine di un iter che praticamente si è sovrapposto al primo Governo Conte (quello gialloverde) notoriamente non proprio filo-europeista.
Tornando all’odierno stato di agitazione delle autoscuole tricolori, quello che l’ha scatenato non è tanto l’introduzione dell’imposta – che si traduce comunque in maggiori costi per gli allievi – quanto la sua retroattività, stabilita per legge fino al 2014. Praticamente i titolari delle scuole sono costretti ad andare a riprendere in vecchi clienti e chiedergli dei soldi in più per prestazioni passate, con tutte le complicazioni del caso. L’Agenzia delle Entrate ha già fatto alcuni controlli specifici: a Genova, in Lombardia e Veneto.