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Imperia, privatizzazione dell’Isah braccio di ferro azienda – lavoratori. Pugi: «Non saranno concesse ulteriori mobilità»

10 settembre 2019 | 18:44
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Imperia, privatizzazione dell’Isah braccio di ferro azienda – lavoratori. Pugi: «Non saranno concesse ulteriori mobilità»
Imperia, privatizzazione dell’Isah braccio di ferro azienda – lavoratori. Pugi: «Non saranno concesse ulteriori mobilità»
Imperia, privatizzazione dell’Isah braccio di ferro azienda – lavoratori. Pugi: «Non saranno concesse ulteriori mobilità»

Teso faccia a faccia davanti al prefetto Alberto Intini. L’azienda “blinda” i dipendenti ma rassicura: «Nessun taglio del salario nè ora, né mai»

Imperia. «Non concederò ulteriori mobilità per non minare la serenità e la tranquillità dell’Ente». Sono parole del presidente del Consiglio d’amministrazione dell’IsahStefano Pugi pronunciate stamattina al tavolo convocato dal prefetto Alberto Intini per dipanare la  matassa della privatizzazione dell’Isah, l’Ente assistenziale destinato a trasformarsi in fondazione per volere della dirigenza, nonostante i lavoratori preferiscano mantenere l’attuale status di lavoratori del settore pubblico.

Al tavolo eran presenti l’assessore regionale alla Sanità Sonia Viale, il direttore generale dell’Asl 1 Imperiese Marco Damonte Prioli e i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil.

A fronte di una trentina di domande di mobilità (su 33 dipendenti) ne saranno accolte, dunque, solo 4 destinate a partecipare ai bandi dell’Asl. «Si tratta di figure fungibili che possono essere sostituite. Non posso certo permettermi di perdere gli educatori perché si tratta di professionalità difficili da reperire sul mercato del lavoro, quindi, concedendo il nulla-osta metterei a rischio la stessa sopravvivenza dell’Ente. Occorre fare una premessa, inizialmente le domande di mobilità erano 15 prodotte tramite la Cisl, poi sono seguite anche quelle della Cgil, ma erano conseguenti al fatto se fossero state accettate le prime 15 perché a quel punto sarebbe diventata a rischio la prosecuzione dell’attività», sottolinea Pugi.

Secondo il presidente la privatizzazione non mette a rischio gli stipendi e non è vero che i lavoratori si troveranno 300 euro in meno in busta paga. «Ho promesso – sentenzia Stefano Pugiche sarà mantenuto il contratto del pubblico, ora come tra 10 anni e non mi rimangio la parola. Infine mi preme ringraziare la Regione nella persona dell’assessore Viale per la sua disponibilità dimostrata in questa trattativa».