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Enduro, Benza del Moto Club Sanremo replica a Eremita: «Non ho mai sentito parlare di vandalismi nei paesi dell’entroterra»

26 settembre 2019 | 08:23
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Enduro, Benza del Moto Club Sanremo replica a Eremita: «Non ho mai sentito parlare di vandalismi nei paesi dell’entroterra»
Enduro, Benza del Moto Club Sanremo replica a Eremita: «Non ho mai sentito parlare di vandalismi nei paesi dell’entroterra»
Enduro, Benza del Moto Club Sanremo replica a Eremita: «Non ho mai sentito parlare di vandalismi nei paesi dell’entroterra»

«Che qualche maleducato possa comportarsi in modo inurbano è sicuramente vero, così come è vero che non si può fare di ogni erba un fascio»

Sanremo. Le parole di Danilo Benza, presidente del Moto Club Sanremo, in merito alle dichiarazioni di Andrea Eremita di ArcheoNervia:

«Non era mio intendimento proseguire in questa sterile polemica sulla circolazione delle moto fuoristrada, ma mi duole constatare come come affermazioni partigiane, volte a screditare il mondo delle due ruote tassellate, trovino spazio per tirare in ballo la costituzione o addirittura paragonare gruppetti di quattro o cinque motociclisti fuoristrada alle orde di vandali del sacco di Roma del V secolo.

Ciò premesso, non potevo che replicare per fare chiarezza ed illustrare, a chi non lo sapesse, chi sono i fuori stradisti e cosa fanno. Non ho mai sentito parlare di vandalismi nei paesi dell’entroterra, così come non mi risulta che in cinquant’anni di presenza degli appassionati fuoristrada sul territorio, nessuno sia mai stato investito o abbia subito danni fisici dal passaggio delle moto sui sentieri, anzi questi motociclisti sono poi quelli che a mezzogiorno si fermano a pranzare nei ristoranti dell’entroterra, portando il loro contributo a queste piccole realtà.

Che qualche maleducato possa comportarsi in modo inurbano è sicuramente vero, così come è vero che non si può fare di ogni erba un fascio, purtroppo costoro esistono, così come esistono i delinquenti nella società, altrimenti non avrebbero ragion d’essere polizia, giustizia e carceri. La realtà è che un maleducato che fa danni fa notizia, dieci persone per bene, come lo sono la maggior parte dei fuori stradisti, rientrano nella normalità.

E’giusto che coloro che leggono delle malefatte dei pochi indisciplinati che vengono bellamente evidenziate, sappiano anche che da 50 anni gli enduristi tengono puliti sentieri e mulattiere a vantaggio della comunità, (quest’anno in tutta la regione ne sono stati puliti circa 1400 km) fanno aggiustare a loro spese strade comunali e stradoni interpoderali, pagano o contribuiscono a pagare ruspe per la sistemazione del territorio, da due anni, in collaborazione con i carabinieri forestali fanno servizio antincendio boschivo a puro titolo di volontariato, (sono una quarantina i motociclisti dei club della provincia di Imperia che si adoperano per questo servizio senza alcun rimborso spese), organizzano manifestazioni a livello nazionale e locale che portano molte preziose presenze turistiche, e non parliamo di qualche centinaio, ma di parecchie migliaia di presenze, tengono vivo il mercato motociclistico e quello degli accessori sportivi, e non sono pochi i posti di lavoro in questo settore!

Una gara di Campionato Italiano di Enduro che si sviluppa su ca. 4/5 giorni, porta in riviera non meno di mille persone per appunto 4 o 5 giorni, non considerando gli appassionati che vengono al sabato e alla domenica per assistere alle evoluzioni dei loro beniamini. Ma questa gente andrà pure a mangiare e a dormire da qualche parte, spenderà nei negozi della Riviera!

Ora mi domando, ma a fronte di qualche piccolo disagio questi motociclisti, che sono normalissime persone che tutti i giorni vanno a lavorare ed hanno solo la colpa di essere appassionati di un sport istituzionalmente riconosciuto, ma purtroppo inviso a molti, restituiranno pure qualcosa alla comunità o no, visto quello che fanno.

Mi auguro che le riunioni che sono in itinere tese a regolamentare la circolazione fuoristrada dei bikers, dei cavalli, delle moto e degli escursionisti portino ad un risultato che soddisfi le esigenze di tutti, anche se accontentare tutti è praticamente impossibile».